Pitoni, a stomaco pieno si allarga il cuore

Al pitone moluro mangiare allarga il cuore, letteralmente. Si tratta di un fenomeno particolare, che sembra essere stimolato dall’entrata in circolo di molecole di acidi grassi. A spiegare il meccanismo è ora uno studio dell’Università del Colorado a Boulder, pubblicato su Science.

Secondo la biologa molecolare Leslie Leinwand, prima autrice della ricerca, l’aumento di massa e dimensioni è simile a quello osservato in molti atleti dopo un intenso allenamento, e capire cosa lo provochi potrebbe condurre a nuovi farmaci per il recupero delle funzioni cardiache dopo gli infarti.

Gli studiosi hanno seguito per circa cinque anni dozzine di esemplari di pitone delle rocce indiane, o pitone moluro (Python molurus), serpenti che arrivano ad oltre cinque metri di lunghezza e in grado di spalancare le fauci per ingoiare un capriolo intero. Ma cosa accade quando, dopo mesi di digiuno, il loro organismo riceve un apporto improvviso di zuccheri, grassi e proteine? Per evitare l’”overdose” di nutrienti, il loro metabolismo aumenta di 40 volte e molti organi crescono in dimensioni; il cuore, in particolare, può aumentare del 40 per cento entro 48-72 ore, probabilmente per pompare il volume di sangue necessario. Per confronto, si pensi che nella maggior parte dei mammiferi questo aumento raggiunge al massimo il 20 per cento dopo settimane di stimolazione mirata.

Per comprendere il fenomeno, Leinwald si è concentrata sui geni legati a vari aspetti del metabolismo, delle funzioni cardiache e del fegato. Inizialmente, i ricercatori si erano accorti dai prelievi di sangue che, dopo il pasto, il plasma aveva un aspetto simile a latte. Ciò significava che era ricco di acidi grassi e trigliceridi. Analizzata l’esatta composizione di questo mix, il team è passato a testarne gli effetti su cellule cardiache di pitone e di topi. Somministrando il cocktail alle cellule in vitro, i ricercatori hanno osservato diversi segnali biochimici legati alla crescita del muscolo cardiaco, fra cui l’espressione di alcuni enzimi ossidanti come la dismutasi. Le stesse molecole di acido grasso sono state poi somministrate, in un secondo esperimento, direttamente nel cuore di esemplari di pitone e topi vivi. In questo modo è stato possibile stimolare in maniera diretta la crescita dell’organo e osservarne le conseguenze, come l’aumento dell’attività di componenti ossidanti e di radicali liberi. 

Il prossimo passo sarà testare l’elisir su topi con problemi cardiovascolari, compresa l’ipertensione cronica, per stabilire se è possibile stimolare le funzioni cardiache. Gli studi preliminari condotti finora sembrano essere incoraggianti, visto che, nel secondo esperimento, il cuore dei topi è cresciuto quanto quello dei serpenti. 

Riferimenti: Science DOI: 10.1126/science.1210558; Science newsPsdcast

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