Un bouquet di pomodori da poter coltivare nei futuri orti di Marte. È questo l’obiettivo di un team di ricercatori del Cold Spring Harbor Laboratory, negli Stati Uniti, che è appena riuscito a creare un pomodoro geneticamente modificato in grado di crescere e maturare in cima a un grattacielo, e che potrebbe, addirittura, crescere nello Spazio. “L’obiettivo di questa nuova ricerca è quello di progettare una varietà di colture che possono essere coltivate in ambienti urbani, o in altri luoghi, non adatti alla crescita delle piante”, spiega l’autore della ricerca Zach Lippman. Lo studio è stato pubblicato su Nature Biotechnology.
Un bouquet di pomodori
A differenza dei pomodori tradizionali che crescono su tralicci e pergolati, queste nuove piante geneticamente modificate presentano piccoli frutti a grappolo, ricordano le varietà ciliegio e sono molto simili a un bouquet di fiori. Inoltre, spiegano i ricercatori, questi pomodori maturano rapidamente, in meno di 40 giorni. “Hanno dimensioni molto piccole e un buon sapore, ma ovviamente tutto dipende dalle preferenze personali”, commenta Lippman. Ma sono soprattutto sostenibili. “Questo dimostra come possiamo produrre colture in nuovi modi, senza dover sfruttare ulteriormente il suolo o aggiungere fertilizzanti che inquinano fiumi e corsi d’acqua”, continua l’autore. “Ecco una valida alternativa per riuscire rispondere alla sempre più crescente richiesta di cibo e a ridurre la produzione di anidride carbonica”.
Pomodori ecologici
Il nuovo studio, quindi, rappresenta uno strumento utile per mitigare i cambiamenti climatici. All’inizio di quest’anno, infatti, il nuovo rapporto delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Ipcc) evidenziava come oltre 500 milioni di persone abitano in aree già danneggiate dalla deforestazione, dal cambiamento delle condizioni meteorologiche e dall’abuso dei suoli coltivabili.
Secondo i ricercatori, quindi, si potrebbe spostare parte del carico delle colture nelle aree urbane. Ed ecco perché è importante che nei sistemi agricoli urbani si utilizzino piante che possono essere coltivate e raccolte rapidamente. “Più raccolti all’anno si traducono in più cibo”, spiegano i ricercatori, “anche se lo spazio che viene utilizzato è molto ridotto”.
Lo studio
Per mettere a punto i nuovi pomodori, i ricercatori si sono concentrati su due geni che controllano la crescita riproduttiva e le dimensioni delle piante, chiamati Self Pruning (Sp) e Sp5g. Modificandoli, i ricercatori hanno osservato che le piante di pomodori crescevano più velocemente, e di conseguenza, anche la loro fioritura e produzione di frutti avveniva prima. Per assicurarsi che le piante fossero più piccole, i ricercatori si sono concentrati su un terzo gene: il Sier, responsabile della lunghezza degli steli. Servendosi della tecnica Crispr, sono infatti riusciti a creare steli più corti e piante di pomodori molto più compatte.
Pomodori spaziali
Il prossimo passo dei ricercatori ora sarà quello di riuscire a modificare le piante di kiwi. Riducendo le dimensioni dei raccolti e il tempo di maturazione delle piante, conclude Lippman, l’agricoltura possa raggiungere nuovi obiettivi. “Posso già affermare che gli scienziati della Nasa hanno espresso un certo interesse per i nostri nuovi pomodori”. Sebbene la prima navicella spaziale che andrà su Marte probabilmente non avrà una vero e proprio sistema agricolo, gli astronauti potrebbero comunque mettere alla prova i loro pollici verdi con pomodori spaziali.
Riferimenti: Nature Biotechnology
Credit immagine di copertina: Lippman lab/CSHL, 2019