Alice, Irene, Maria Enrica, Maria Loredana, Sarah. Sono i nomi delle cinque giovani ricercatrici – under 35 – che hanno vinto la borsa L’Oréal per le donne e la scienza 2014, in collaborazione con l’Unesco: a loro andranno 15mila euro con cui poter continuare i loro studi secondo i progetti che avevano presentato alla giuria che le ha scelte fra centinaia di candidate. Ma chi sono Alice, Irene, Maria Enrica, Maria Loredana, Sarah e di cosa si occupano?
Alice Frigerio vuole realizzare un sistema per migliorare la riabilitazione di chi ha subito una paralisi facciale. Un’interfaccia neurale che funzioni così: sostanzialmente il suo progetto prevede di registrare i movimenti della parte del volto non interessata dalla paresi facciale, per sfruttare questi dati per evocare gli stessi movimenti – grazie all’elettrostimolazione – nell’altra parte della faccia.
Irene Paterniti invece si interessa di Parkinson e Alzheimer e cerca di scoprirne i meccanismi di sviluppo. In particolare Irene cercherà di capire come l’autofagia (ovvero la digestione, da parte delle cellule, di alcuni componenti propri) possa avere un ruolo protettivo nei confronti di queste malattie neurodegenerative.
Maria Enrica Di Pietro studia le caratteristiche chimiche delle molecole per disegnare farmaci più efficaci. Per farlo la ricercatrice utilizzerà la spettroscopia di risonanza magnetica nucleareper indagare le caratteristiche strutturali di molecole note (come antiinfiammatori e neurotrasmettitori) e sostanze nuove che potrebbero essere di interesse farmacologico.
Maria Loredana Marcovecchio è impegnata nella genetica dell’obesità infantile. Tra gli scopi del suo progetto di ricerca c’è quello di capire come si correlino alcune varianti genetiche associate all’obesità con l’indice di massa corporea nell’infanzia e quindi nell’adolescenza.
Sarah Caronni infine si occupa di ambiente, studiando l’invasione di alghe aliene nel Mediterraneo. In particolare Sara prenderà in considerazione la microalga Chrysophaeum taylorii, specie aliena da anni presente nelle acque sarde, cercando di capire se i mutamenti osservati nell’ecosistema dipendano dalla sua presenza o da altri fattori.
Le borse assegnate dall’Oreal mirano a sostenere e incentivare la ricerca scientifica al femminile. Ricerca ancora colorata per lo più di azzurro, come ricorda il rapporto commissionato da Fondazione L’Oréal presentato oggi. Non solo infatti sono ancora poche le donne che si laureano in ambito scientifico, ma solo un terzo dei ricercatori è donna e appena un quarto dei dottorandi lo è. A livello accademico poi va ancora peggio: solo l’11% delle cariche accademiche scientifiche è ricoperto da una donna.
Via: Wired.it
Credits immagine: UGA College of Ag/Flickr