Prescrizioni pericolose

“Può avere effetti collaterali anche gravi”: una frase che compare sul bugiardino di moltissimi farmaci e che meriterrebbe molta più considerazione di quanta siamo portati ad attribuirle. Ad accendere i riflettori sui seri effetti indesiderati di centinaia di medicinali è un rapporto appena pubblicato della Food and Drug Administration (Fda), secondo cui i farmaci che possono causare decessi, disabilità, gravi difetti del neonato, o richiedere interventi e ospedalizzazioni sono raddoppiati tra il 1998 e il 2005. I dati, contenuti nello studio “Adverse Event Reporting System” (Aers), conosciuto come MedWatch, sono stati analizzati da Thomas Moore e colleghi dell’Institute for Safe Medication Practices, e riportati dalla stessa Fda su Archives of Internal Medicine, una pubblicazione del Journal of the American Medical Association (Jama).

Sono quasi 1.500 i farmaci nella lista nera di MedWatch. Cinquanta tra questi hanno ricevuto oltre 500 segnalazioni ciascuno e sono responsabili del 43,6 per cento dei casi gravi riportati nello studio. Durante i sette anni monitorati, sono stati riportati oltre 467 mila effetti collaterali gravi. Il numero di eventi segnalati in un anno sono aumentati di 2,6 volte (da 35 mila a 90 mila circa) e i casi di decesso di quasi tre volte (da 5,5 mila a 15 mila circa). E l’incremento di questi casi procede quattro volte più velocemente dell’aumento delle prescrizioni, che nello stesso periodo sono passate da 2,7 a 3,8 miliardi. “Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, però, i farmaci ritirati sono una quota modesta, e diminuisce nel tempo”, riportano gli autori. Dei 51 medicinali più pericolosi, tra cui soprattutto antidolorifici e farmaci che incidono sul sistema immunitario, la percentuale dei ritiri è passata dal 26 per cento del 1999 a meno dell’1 per cento nel 2005. Resta ora il problema di come affrontare e gestire il sistema delle prescrizioni. (t. m.)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here