Pressing sui prioni

Un nuovo metodo di sterilizzazione riesce a disattivare i prioni contenuti nel cibo che mangiamo ogni giorno. E annulla il rischio di contrarre il morbo della mucca pazza. Lo hanno sperimentato i ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) in collaborazione con i colleghi statunitensi dei National Institutes of Health (Nih). La nuova tecnica, descritta su Proceedings of the National Academy of Science, si basa sulla combinazione di alti valori di pressione e di temperatura e permette di rendere sicuri i cibi per bambini, ma anche gli hot dog e gli hamburger. Utilizzato da anni nella preparazione dei cibi in scatola e nella sterilizzazione dei succhi di frutta, il metodo è in grado di annullare le capacità dei vari agenti infettivi che mandano a male gli alimenti. “Abbiamo notato che, aumentando la pressione, il metodo funziona anche con il tessuto cerebrale di animali affetti da scrapie, la variante della Bse che colpisce ovini e caprini”, spiega Maurizio Pocchiari, ricercatore dell’Iss e coautore dello studio. Gli scienziati hanno infatti sigillato in buste di plastica senza aria campioni di tessuto infetto che poi è stato immesso in un tubo colmo di acqua. Successivamente hanno sottoposto i campioni a brevissimi impulsi di pressione molto alta, a partire da temperature di 80-90 °C. Dopo questo processo, le analisi effettuate sulla carne hanno dato un esito positivo: l’infettività era stata ridotta da mille fino a un milione di volte a seconda delle diverse combinazioni tra valori di pressione e di temperatura. Ora gli scienziati vogliono verificare se il metodo può disattivare anche l’agente della Bse e quello della variante del morbo di Creutzfeldt-Jakob, che dal 1995 ha ucciso 140 persone. (r.p.)

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