Una mela al giorno toglie il medico di torno, recita il noto detto popolare. E la mela è spesso al centro della nostra attenzione non solo per ragioni legate alla salute. Infatti, è protagonista di miti, leggende, storie – dal frutto proibito colto da Eva a quella avvelenata morsa da Biancaneve a quella che sarebbe caduta in testa a Isaac Newton. Insomma, la mela è talmente presente nell’immaginario collettivo e nella nostra cultura. Ma ci siamo mai chiesti quando e da dove viene? A raccontarci la sua storia è un ricercatore del Max Planck Institute, Robert Nicholas Spengler, che ha ricostruito le origini biologiche, storiche e paleontologiche del frutto più diffuso al mondo. Una storia che inizia milioni di anni fa in Europa e Asia occidentale. I risultati su Frontiers in Plant Science.
La prima mela, all’inizio dei tempi
La storia della mela è molto antica. Probabilmente le prime mele risalgono addirittura all’era Cenozoica – in particolare in un periodo che va da circa 7 milioni fino a circa 12mila anni fa. A mostrarlo sono fossili e tracce genetiche, che provano che questo e altri frutti della famiglia delle Rosaceae sono apparsi addirittura prima della preistoria, in Europa e Asia occidentale, molto prima che l’essere umano iniziasse a coltivarli.
Nel Cenozoico è avvenuta una grande trasformazione (o meglio evoluzione) che ha dato il via alla diffusione di questa specie vegetale. Molti frutti delle Rosaceae, come ciliegie e lamponi, erano piccoli e mangiati dagli uccelli, che ne spargevano i semi. Tuttavia, alcuni alberi, come il melo, il pero e il pesco, avevano frutti troppo grandi per essere consumati dagli uccelli. Questi frutti richiamavano invece l’attenzione di mammiferi di grandi dimensioni, la cosiddetta megafauna, di cui alcuni ancora esistenti. Questi animali, fra cui cavalli selvatici e grandi cervi erano attratti dalle mele e cominciavano a consumarle e a diffonderne i semi.
Questa grande opera di disseminazione terminò circa 12mila anni fa, dopo la fine dell’ultima era glaciale, quando alcuni grandi mammiferi, dispersori dei semi delle mele, si sono estinsero. A questo punto le mele non erano ancora diffuse in tutto il mondo, ma soltanto in un continente e mezzo, in Europa e Asia occidentale.
L’incontro fra la mela e l’essere umano
L’incontro fra la mela e l’essere umano è avvenuto alcune migliaia di anni fa. Ci sono prove – resti di semi antichissimi ritrovati in siti archeologici – che già 10mila anni fa l’essere umano raccogliesse mele selvatiche. Mentre alcune rappresentazioni artistiche del frutto dimostrano che le mele sono coltivate da almeno 2mila anni.
La mela lungo la Via della Seta
I ricercatori hanno identificato anche una probabile “strada”, veicolo di questa diffusione. I resti archeologici di semi di mele sono stati rintracciati soprattutto in Europa e Asia. Questo dato suggerisce che il percorso di disseminazione delle mele sia la Via della Seta. Questa via è un lungo percorso (circa 8mila chilometri), fra la Cina e l’Europa, lungo il quale nell’antichità avvenivano gli scambi commerciali fra impero cinese e impero romano. L’idea è che le mele fossero una delle merci di scambio e commerciate. L’autore Spengler ha riportato i risultati archeobotanici il ‘percorso della mela’ e delle sue coltivazioni in Europa e Asia.
Come si arriva alle mele di oggi
Secondo le ricerche genetiche, ricostruite dall’autore, le mele che mangiamo oggi sono il frutto dell’incrocio di quattro diverse varietà selvatiche e la mela capostipite potrebbe arrivare dal Kazakistan, dal sistema montuoso Tien Shan, dove è stato rintracciato materiale genetico associato al frutto. L’incrocio (l’ibridazione) è stato favorito dalla diffusione delle diverse varietà di mela da parte dell’essere umano. A questo punto gli insetti impollinatori avrebbero fatto il resto e gli ibridi derivati avrebbero avuto frutti sempre più grandi, come quelli delle varietà moderne. Nel corso deei secoli gli esseri umani hanno selezionato gli alberi più rigogliosi preparando innesti e coltivando nuove piante, fino ad arrivare alla mela di oggi. Insomma, conclude l’autore, le mele che abbiamo in cucina e che mangiamo tutti i giorni sono il frutto di un lunghissimo lavoro iniziato dalla megafauna e e arrivato fino ai giorni nostri.
Riferimenti: Frontiers in Plant Science