Si pensa spesso che la primavera cominci sempre il 21 marzo. Ma non è sempre così: (anche) quest’anno farà il suo ingresso ufficialmente oggi 20 marzo, precisamente alle nostre 17.15. Se nell’emisfero boreale il 20 marzo sancisce la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, in quello australe le stagioni sono ribaltate: finisce l’estate e prende il via l’autunno. Ma cosa regola questi cambi di stagione?
Se comunemente parliamo di primavera meteorologica, ad indicare il periodo compreso fra il primo marzo e il 31 maggio, esiste una data precisa a marcare il confine tra le stagioni. Tradizionalmente crediamo che l’inizio sia sempre il 21 marzo a causa una convenzione sociale e culturale che ha origini piuttosto antiche. Questa data fu infatti fissata sul calendario gregoriano, introdotto nel 1582 da Papa Gregorio XIII, tuttora in uso nella maggior parte dei paesi occidentali. Ma non è detto che l’equinozio di primavera, il vero punto di confine del cambio di stagioni, cada il 21 del mese. Può infatti variare fra il 20 e il 21 marzo, negli ultimi anni più frequentemente il 20. Ma perché?
La chiave sta nello stabilire quando avviene astronomicamente l’equinozio (dal latino equi-noctis): si tratta di un momento preciso, che si verifica due volte l’anno (primavera e autunno), in cui la notte ha una durata uguale al giorno (quasi). Questo avviene quando la Terra raggiunge quel punto della sua orbita intorno al Sole in cui la nostra stella si trova esattamente allo zenit dell’Equatore, cioè i raggi sono diretti e cadono a picco sulla linea equatoriale. Il fatto che il Sole sia precisamente perpendicolare all’Equatore fa sì che le ore di luce e di buio siano uguali fra loro: questo è il momento in cui entra la primavera.
In realtà, più che di un intero giorno, questa perpendicolarità si verifica in un istante preciso, che sancisce l’inizio della primavera e che quest’anno avverrà alle ore 17.15 italiane. L’anno scorso, la sua entrata fu registrata alle 11,29 e nel 2016 alle 17.30, sempre il 20 marzo. Il più recente equinozio di primavera datato al 21 marzo risale al 2007 e per avere il prossimo dovremmo poter aspettare fino al 2102. Nell’antichissimo calendario giuliano, l’equinozio di primavera cadeva addirittura il 25 marzo.
Dobbiamo invece ringraziare il calendario gregoriano (che ha suddiviso l’anno in 12 mesi, da 31, 30 e 28 giorni, incluso l’anno bisestile), se l’equinozio di primavera cade quasi sempre nello stesso giorno: l’introduzione del giorno bisestile, ogni quattro anni, compensa un fenomeno chiamato precessione degli equinozi, che anticiperebbe ogni anno l’equinozio di primavera. Questa precessione è un lentissimo movimento della Terra, il cui asse ruota intorno alla perpendicolare del piano della sua orbita: in pratica, questo moto fa sì che il Sole sia perpendicolare all’Equatore con tempi leggermente diversi, con un piccolo spostamento temporale dell’equinozio. Così, la presenza del giorno bisestile aiuta a riassestare questo complesso meccanismo, mantenendo molto stabile l’inizio della primavera. Più o meno.