L’infiammazione cronica può causare molti problemi. Lo sa bene chi soffre di psoriasi. Perché oltre a causare i tipici arrossamenti e ispessimenti della cute, questa condizione predispone anche allo sviluppo di malattie cardiache. Dal National Institutes of Health a Bethesda, nel Maryland, arrivano però buone notizie: la terapia biologica per la psoriasi ridurrebbe anche il rischio cardiovascolare, con un effetto benefico sulle coronarie paragonabile a quello delle statine. I risultati dello studio (osservazionale), condotto dal team di Nehal N. Mehta, sono stati pubblicati su Circulation: Cardiovascular Imaging.
Psoriasi, quando la pelle diventa un nemico
La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica che colpisce la pelle ed è caratterizzata da arrossamenti e lesioni della cute, con formazione di placche. Si tratta di una malattia immuno-mediata: lo stato di infiammazione patologica all’origine delle placche è dovuto a un’alterazione del sistema immunitario, che non riconosce più la cute come un organo proprio e la attacca. Il risultato è un’eccessiva proliferazione delle cellule della pelle, la quale, insieme all’infiammazione, è all’origine degli ispessimenti e arrossamenti tipici della malattia. Le persone che ne soffrono – circa un milione e mezzo nel nostro paese – denunciano un’importante riduzione della qualità della vita.
Al momento non esiste una terapia risolutiva per la psoriasi, ma i sintomi possono essere tenuti a bada con trattamenti locali e, per i casi più gravi, con cure sistemiche: è il caso delle terapie biologiche, proteine somministrate per iniezione o infusione che sopprimono il processo infiammatorio.
Infiammazione, il legame tra psoriasi e rischio cardiovascolare
Tradizionalmente la psoriasi è ritenuta una malattia cutanea, tuttavia, numerose evidenze sottolineano la connessione con altre patologie, come le malattie cardiovascolari. Alcuni studi, infatti, hanno osservato un legame tra psoriasi e insorgenza di malattie coronariche. E il “trait d’union” sarebbe proprio lo stato infiammatorio cronico: sebbene i meccanismi specifici non siano ben chiari, è noto che l’infiammazione sistemica può portare allo sviluppo di placche aterosclerotiche coronariche, ispessimenti delle arterie che irrorano il cuore costituiti da cellule morte e detriti cellulari. Gli esperti associano le placche coronariche a un alto rischio cardiovascolare, poiché il loro disgregamento, anche parziale, può causare eventi come ictus e infarto del miocardio. Alle persone affette da psoriasi è dunque consigliato di tenere sotto controllo il profilo lipidico del sangue.
Terapia biologica, due benefici
Oltre alla remissione dei sintomi cutanei, lo studio condotto da Mehta evidenzia un ulteriore beneficio sui pazienti affetti da psoriasi trattati con terapia biologica: un significativo miglioramento della salute delle coronarie. Lo studio ha seguito l’evoluzione delle placche coronariche tramite tecniche di imaging in pazienti affetti da psoriasi in terapia biologica e, come controllo, in pazienti che ricevevano solo trattamenti topici. Circa 200 le persone coinvolte nello studio. Dopo un anno, le persone in trattamento con farmaci biologici hanno avuto una riduzione delle placche coronariche dell’8%, risultato simile all’uso di statine, i farmaci concepiti ad hoc per la riduzione del rischio cardiovascolare. Nei pazienti appartenenti al gruppo di controllo, viceversa, si è riscontrato un leggero peggioramento delle placche.
Psoriasi e coronavirus, il vademecum degli esperti. Anche contro le paure
“Questi risultati suggeriscono che la terapia biologica per il trattamento della psoriasi può apportare benefici sulle arterie cardiache simili a quelli della terapia con le statine”, afferma Mehta. Difatti, osserva il ricercatore, la psoriasi ci ha offerto l’occasione per studiare meglio l’infiammazione alla base delle malattie cardiovascolari, sempre supposta ma difficilmente dimostrata. “La terapia biologica riduce l’infiammazione sistemica e l’attivazione immunitaria, e ha un impatto favorevole sul miglioramento della salute vascolare generale”, conclude Metha. Studi più grandi e randomizzati potranno confermare i risultati e portare auspicabilmente a un’unica terapia per persone affette da condizioni infiammatorie croniche che presentano un aumentato rischio di malattie cardiache, non solo psoriasi ma anche, per esempio, l’infezione da Hiv, il lupus o l’artrite reumatoide.
Riferimenti: Circulation: Cardiovascular Imaging
Credits immagine di copertina: miapowterr via Pixabay