Se all’ora della riunione con i colleghi tendete a prendervela comoda, forse è il caso di stare più attenti: secondo uno studio pubblicato sull’European Journal of Work and Organizational Psychology, infatti, ogni ritardo fa perdere parecchi soldi all’azienda. E disturba il clima lavorativo, rendendo meno produttivi gli altri dipendenti.
Steve Rogelberg, uno degli autori della ricerca, ha condotto un sondaggio su 195 lavoratori del sud-est degli Stati Uniti, scoprendo così che la maggior parte dei dipendenti di un’azienda è in ritardo alle riunioni nel 5 per cento dei casi totali. Poiché le riunioni hanno in media 8 partecipanti, il dato, secondo gli scienziati, comporta che più di un terzo degli incontri inizia dopo il previsto, o è interrotto dall’arrivo dei ritardatari.
In primo luogo, spiega Rogelberg, questo comportamento si ritorce contro i ritardatari stessi, che sono considerati irrispettosi o poco professionali dai colleghi. Inoltre, l’intera squadra di lavoro perde in coesione e spirito di gruppo, con pesanti ripercussioni nel resto dell’attività lavorativa: “Se un dipendente è di cattivo umore”, sostiene Rogelberg, “è lecito dedurre che nella maggior parte dei casi non lavorerà bene”. E non sono solo congetture. “Solo negli Stati Uniti – ammonisce lo scienziato – si perdono circa 37 miliardi di dollari l’anno a causa delle riunioni improduttive”.
Certo, c’è ritardo e ritardo. E lo studio di Rogelberg cerca anche di mettere ordine tra le varie definizioni. Un compromesso più o meno universalmente accettato pone il limite per il ritardo a cinque minuti dopo l’orario previsto: secondo il sondaggio, la maggior parte dei partecipanti non si sente infastidita da chi arriva entro questa soglia temporale. E, d’altro canto, chi arriva entro cinque minuti ammette di non sentirsi un ritardatario, anche perché spesso i colleghi stanno ancora salutandosi o chiacchierando.
In ogni caso, la definizione condivisa dalla maggior parte delle persone che hanno partecipato all studio è che “sussiste un ritardo quando qualcuno arriva dopo l’inizio della riunione vera e propria, dopo che tutti si sono già accomodati, si sono salutati e hanno finito di ambientarsi”. Capire quanto debba durare questo periodo, è tutta un’altra storia.
Riferimenti: European Journal of Work and Organizational Psychology doi:10.1080/1359432X.2012.745988
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