La cioccolata è una tra le leccornie più popolari e apprezzate al mondo, tanto che il suo fatturato si aggira intorno ai 100 milioni di dollari all’anno. Un vera e propria miniera d’oro per le industrie di cacao, che temono, però, sempre di più di non riuscire a far fronte alla crescente richiesta da parte del pubblico di questo prodotto. Il problema principale è la mancanza di variazione genetica degli alberi di cacao coltivati che li rende vulnerabili ai parassiti e ai cambiamenti climatici, mettendo così a repentaglio la sostenibilità a lungo termine del settore agricolo. Ora alcuni ricercatori hanno rivelato, su Frontiers in Ecology and Evolution, che la pianta del cacao è molto più antica di quanto si è pensato finora, una scoperta che potrebbe aiutare anche l’industria stessa del cacao.
“Gli studi sulla storia evolutiva delle specie economicamente importanti sono fondamentali per lo sviluppo delle industrie agricole, perché evidenziano come la conservazione della biodiversità sia la chiave per uno sviluppo sostenibile” ha spiegato James Richardson del Royal Botanic Garden di Edimburgo, tra gli autori del paper. “In questa ricerca vi mostriamo per la prima volta che l’albero del cacao, Theobroma cacao, è notevolmente più vecchio rispetto alle altre specie di piante amazzoniche”.
Fiori di Theobroma cacao (foto: Santiago Madriñán)
Richardson, insieme ai ricercatori dell’Università di Rosario, delle Ande, di Miami e al Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, ha scoperto che Theobroma cacao ha avuto origine circa 10 milioni di anni fa. A quel tempo , per esempio, la catena montuosa delle Ande non era ancora così alta, ed ecco spiegato il motivo per cui gli alberi di cacao oggi si trovano su entrambi i versanti. Questa specie ha avuto, quindi, tutto il tempo necessario per diversificarsi geneticamente, così che ogni popolazione – selvatica – si è potuta adattare al suo habitat.
“Dopo un’evoluzione di dieci milioni di anni, non dovremmo essere sorpresi di avere una grande quantità di variazioni genetiche all’interno di una specie. Queste varietà possono contribuire a migliorare l’industria del cioccolato in via di sviluppo”, ha spiegato Richardson. Infatti, le popolazioni selvatiche del cacao possono essere considerate come veri e propri tesori di variazione genetica, perché se innestate nei ceppi coltivati possono rendere questi ultimi più resistenti alle malattie e ai cambiamenti climatici, e forse creare nuovi sapori di cioccolato.
“Con questa scoperta vogliamo sottolineare l’importanza della conservazione della biodiversità in modo che si possa aumentare e salvaguardare il settore agricolo. Capire i processi di diversificazione del cacao e dei suoi parenti stretti è importante per contribuire allo sviluppo del settore e dimostrare che questa è veramente l’Age of Chocolate”, ha concluso il coautore Santiago Madrinan dell’Università delle Ande.
Riferimenti: Frontiers in Ecology and Evolution Doi: 10.3389/fevo.2015.00120
Credits immagine: Dinesh Valke/Flickr CC