Azioni apparentemente molto semplici, come ad esempio sollevare un oggetto, richiedono in realtà l’integrazione di molte informazioni, non solo visive. Per interagire con successo con l’ambiente che ci circonda è essenziale ad esempio anche la capacità di memorizzare e successivamente dedurre il peso degli oggetti. Ma in quali aree del cervello è rappresentata questa informazione? Se lo sono chiesto i ricercatori della Queen’s University, in Canada, che hanno condotto uno studio, pubblicato recentemente su Current Biology, dal quale emerge che la corteccia visiva ventrale, grazie alla quale percepiamo e riconosciamo le caratteristiche visive di un oggetto, è implicata anche nell’elaborazione delle informazioni relative al suo peso.
Una teoria classica, supportata da numerose evidenze sperimentali (ma secondo alcuni autori troppo semplicistica), riconosce una distinzione funzionale tra un circuito neurale responsabile del riconoscimento delle caratteristiche fisiche di un oggetto (via visiva ventrale) e uno deputato a rappresentarne la posizione nello spazio (via visiva dorsale). Fino a ora era però poco chiaro quali fossero le aree del nostro cervello grazie alle quali ricaviamo informazioni sul peso. I ricercatori canadesi hanno ipotizzato che, oltre alle aree motorie, fosse coinvolta proprio la via visiva ventrale.
Per testare la loro ipotesi hanno chiesto ad un gruppo di volontari di svolgere due compiti differenti: nel primo dovevano sollevare una serie di oggetti identici ma di diverso peso, nel secondo gli oggetti variavano anche per aspetto. Utilizzando la Risonanza Magnetica Funzionale e altre tecniche grazie alle quali è possibile rilevare l’attività elettrica del cervello, i ricercatori hanno quindi potuto constatare che in entrambi i casi risulta particolarmente attiva la corteccia visiva ventrale, cioè l’area del cervello da cui parte la via visiva ventrale.
“Le informazioni che riguardano il peso di un oggetto sono di grande rilevanza per il controllo delle azioni, e per questo si sarebbe potuto pensare che fossero immagazzinate unicamente nella corteccia motoria”, spiega Jason Gallivan, il primo autore dello studio. “Sorprendentemente invece, abbiamo scoperto che questo tipo di informazioni non visive vengono immagazzinate anche nella corteccia visiva ventrale. Probabilmente, questo fa si che il peso di un oggetto sia associato più facilmente alle sue proprietà visive”.
Riferimenti: Current Biology DOI: http://dx.doi.org/10.1016/j.cub.2014.06.046
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