Quanto siamo cresciuti dalla metà del diciannovesimo secolo? Di quasi 11 centimetri, secondo uno studio pubblicato su Oxford Economic Papers. A stabilirlo è stata da una ricerca firmata Tim Hatton dell’University of Essex, che ha esaminato i dati di centinaia di migliaia di uomini provenienti da 15 differenti paesi europei, confrontando le variazioni di statura tra il 1870 e il 1980.
L’altezza media, secondo gli esperti, è un chiaro indicatore della salute pubblica. Comunemente si pensa che a determinarla sia un fattore genetico, e certamente sono i geni a stabilire le differenze tra i singoli individui. Quello che il Dna però non può spiegare, invece, sono i trend di altezza che emergono negli anni, modificandosi nell’arco di quattro o cinque generazioni, come sottolinea Hatton alla Bbc. Non vi è difatti nessuna spiegazione darwiniana alle basi di questi cambiamenti, poiché le persone che sopravvivevano nel ventesimo secolo non sarebbero rimaste in vita nel diciannovesimo.
In epoca vittoriana, per esempio, la popolazione era più bassa anche a causa dell’alto tasso di malattie. Era infatti molto comune soffrire di disturbi respiratori o essere colpiti da diarrea, problematiche che oltre a causare molte morti infantili compromettono lo sviluppo di chi le subisce, e di conseguenza la statura. La crescita di un essere umano è infatti fortemente influenzata dagli avvenimenti nei primi due anni di vita, sostiene l’autore, e la mortalità infantile diminuì in maniera sensibile nel periodo considerato dallo studio, poco più di cento anni. Un altro fattore determinante riguarda i cambiamenti nella società, come il passaggio da famiglie grandi a piccoli nuclei, con meno bocche da sfamare, guadagni più alti e migliori condizioni igieniche, tutti elementi che, grazie anche all’aumentato livello di istruzione, hanno inciso molto sulla qualità della vita.
Anche per questo, da un paese all’altro, le modifiche di statura risultano piuttosto significative, soprattutto regionalmente, da Nord a Sud. Contrariamente a quanto si sarebbero aspettati i ricercatori, nel nord Europa l’aumento in altezza è arrivato a cavallo tra le due Guerre Mondiali e la Grande Depressione, prima che fosse introdotto il sistema sanitario nazionale. Con un sempre maggior numero di donne che lavoravano, nonostante il clima di conflitti in atto, c’erano grandi miglioramenti a lungo termine sia nella sanità sia nell’alimentazione, con effetti concreti sulla qualità della vita. Nell’Europa del sud invece l’impennata d’altezza è arrivata dopo la Seconda Guerra Mondiale, giunti a una qualità di vita migliore che negli altri paesi già si era conquistata con un lento percorso attraverso le decadi.
Venendo ai dati si scopre così che in Inghilterra, per esempio, l’altezza media a 21 anni è cresciuta dai 167,5 cm del 1871 fino ad arrivare ai 177,37 degli anni 1971-75. Più o meno gli stessi valori si sono avuti per l’Italia, analizzando il grafico che accompagna il paper, dove si mostra come nel periodo considerato la popolazione in media sia cresciuta da 163 cm a 174 cm circa.
L’aumento della statura, conclude il ricercatore, può essere considerato in generale un miglioramento delle condizioni di salute, correlato con la maggior disponibilità di cibo. Un fattore, questo, che è andato confermandosi negli ultimi decenni, se non altro sino all’abuso di grassi e zuccheri che contraddistingue l’alimentazione di oggi.
Via: Oxford Economic Paper Doi: 10.1093/oep/gpt030
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