La variante omicron del coronavirus ha rimescolato le carte in tavola. Molto più contagiosa, ma probabilmente meno pericolosa, omicron sta facendo registrare un numero di casi di Covid-19 quotidianamente in aumento. Insieme ai nuovi positivi crescono anche i contatti che dovranno entrare in quarantena. Tanto che si teme un blocco, anche parziale, di alcune attività a causa dell’isolamento e adesso il Comitato tecnico scientifico (Cts) e le autorità sanitarie italiane stanno valutando la riduzione della durata (come anche in passato) della quarantena per le persone vaccinate.
Secondo quanto si legge su Ansa, la quarantena per chi ha avuto la dose booster potrebbe calare a 5 o a 3 giorni. Negli Stati Uniti e in Sudafrica questo allentamento delle regole è già realtà, con un periodo di isolamento per i positivi (e di quarantena per i sospetti) abbreviato a 5 giorni e assente per chi ha già la dose booster del vaccino. Ecco cosa sappiamo e su quali dati si basa l’attuale valutazione.
Perché si pensa di ridurre le quarantene
Un elemento centrale riguarda la crescente diffusione di omicron: in Italia al 23 dicembre riguardava già il 28% dei casi, secondo l’Istituto superiore di sanità (Iss), ed è destinata a diventare prevalente. Omicron è molto più contagiosa, si stima fino a 5 volte di più rispetto alla delta. Tuttavia risulta associata finora a un minor numero di casi gravi, ovvero di quelli che richiedono il ricovero (anche -50% o -70%, stime che devono essere confermate). Inoltre, come sottolineano i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie statunitensi (Cdc), nella maggior parte dei casi il contagio avviene nei 2 giorni precedenti la comparsa dei sintomi e al massimo nei 2-3 giorni successivi. Insomma, la trasmissione è limitata nel tempo.
Un’altra possibile differenza fra omicron e delta riguarda la durata dell’incubazione. Secondo uno studio, condotto dal Norvegian Institute for Public Health e pubblicato sulla rivista Eurosurveillance, con omicron il tempo fra il momento contagio e la comparsa dei sintomi potrebbe essere ridotto, pari a 3 giorni, invece che 5, come con delta. Questo fa sì che i casi sintomatici vengano prima allo scoperto.
Considerando tutti questi fattori, quali maggiore contagiosità e diffusione dei casi, minore gravità e probabilmente ridotta incubazione, ora gli scienziati stanno raccogliendo e vagliando i dati per arrivare a una decisione sulla quarantena. Il punto da chiarire riguarda l’effettiva pericolosità di omicron. La domanda è: quali sono la diffusione e la reale (aggiornata) incidenza dei ricoveri e delle forme molto gravi? Altri dati da considerare nella valutazione riguardano la popolazione che ha ricevuto due dosi di vaccino e quella che ne ha ricevute tre.
Omicron, perché è così contagiosa
Chi deve fare la quarantena oggi, in Italia
Attualmente (alla data del 28 dicembre) in Italia devono entrare in quarantena i “contatti stretti” di persone risultate positive, con definizioni e casistiche riportate in una pagina del ministero della Salute. I contatti stretti, anche detti a rischio, devono restare a casa, anche se asintomatici, per 7 giorni, se vaccinati – o meglio se hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 2 settimane – e per 10 giorni se non vaccinati.
Se in un primo momento gli scienziati hanno scartato l’idea di diminuire il periodo della quarantena, adesso l’ipotesi si fa strada: il 29 dicembre il Cts ne discuterà per arrivare a una conclusione. Nel caso di accertata positività si deve rimanere 10 giorni in isolamento dalla comparsa dei sintomi (o dal tampone positivo, per gli asintomatici), secondo quanto si legge sul sito del ministero aggiornato al 30 novembre 2021, e ripetere poi un tampone qualora le manifestazioni cliniche siano assenti da almeno 3 giorni.
Le scelte di Stati Uniti e Sudafrica
Il 27 dicembre i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie statunitensi (Cdc) hanno abbreviato la quarantena e l’isolamento sia per i casi positivi sia per i sospetti. In particolare le persone con Covid-19 ma senza sintomi possono restare a casa solo 5 giorni, anziché 10. Inoltre, anche chi non è vaccinato deve restare meno tempo a casa: per le persone non positive ma a rischio vale la regole dei 5 giorni, indossando sempre e strettamente la mascherina nei 5 giorni successivi. Mentre per i casi sospetti che hanno già ricevuto la terza dose non è necessaria alcuna quarantena ma soltanto indossare attentamente e sempre le mascherine per 10 giorni.
Anche il Sudafrica, dove è stata rintracciata la variante omicron, ha scelto una strada diversa. Se senza sintomi i contatti non devono sottoporsi alla quarantena e anche il tracciamento è sospeso se non nel caso di grandi focolai. Le ragioni dell’allentamento riguardano l’ampia quantità di asintomatici, la rapidità della diffusione di omicron e il fatto che buona parte della popolazione è immunizzata o ha avuto l’infezione in passato.
Via: Wired.it
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