Rapporto Ispra: in Italia sempre più spazzatura

    Nel 2010 l’Italia ha prodotto più spazzatura dell’anno precedente: 32,5 milioni di tonnellate, circa 4 kg di rifiuti urbani pro capite in più rispetto al 2009, una crescita che è andata di pari passo con l’aumento del Pil e delle spese delle famiglie. Allo stesso tempo, però, è aumentato il ricorso alla raccolta differenziata, seppur con grosse differenze tra nord, centro e sud della penisola, ed è diminuito lo smaltimento dei rifiuti in discarica. E’ la fotografia fornita dall’edizione 2012 del Rapporto Rifiuti Urbani reso noto oggi dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

    Il dato italiano è in controtendenza rispetto all’Unione Europea a 27, dove nel 2010 sono state prodotte circa 252,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, l’1,1 per cento in meno rispetto al 2009 (dati Eurostat). In testa alla classifica delle regioni con gli aumenti più significativi troviamo quelle del centro (+1,9 per cento), dove ogni abitante ha prodotto 9 chilogrammi di rifiuti in più nel 2010. A seguire le regioni settentrionali (+1,3 per cento), con 3 Kg in più di rifiuti per ogni abitante, e infine quelle meridionali (+0,4 per cento), con 2 Kg di rifiuti in più a testa. L’Emilia Romagna è la regione con la maggior produzione, 677chilogrammi di rifiuti prodotti pro capite, seguita dalla Toscana (670 Kg), dalla Val D’Aosta (623 Kg), dalla Liguria (613 Kg) e dal Lazio (599 Kg). Producono sempre meno, invece, i molisani, con 413 kg a testa di rifiuti e un calo di 13 Kg rispetto al 2009. La minore produzione l’hanno fatta registrare gli abitanti della Basilicata, che nel 2010 hanno prodotto 377 Kg di rifiuti pro capite, con una flessione di 5 Kg rispetto al 2009. Non ci sono buone notizie per la Campania, già da tempo afflitta dal problema rifiuti: i dati Ispra rivelano che produce sempre di più, 478 Kg di rifiuti per ogni cittadino nel 2010, 11 in più rispetto al 2009.

    Non mancano i dati positivi. Il rapporto segnala l’aumento della raccolta differenziata, con una media di 189 chilogrammi per abitante. Tuttavia restano grosse differenze tra nord e sud: 262 Kg di rifiuti riciclati per abitante al nord, 166 Kg al centro e 105 Kg al sud, che per la prima volta supera quota 100. La regione più attiva del Nord è il Veneto, con una percentuale del 58,7 per cento (+1,2 per cento rispetto al 2009), seguita dalle province autonome di Bolzano e Trento, e dall’Alto Adige (57,9 per cento) e Piemonte (50,7 per cento). Al centro spiccano le Marche, con un 39,2 per cento e una crescita del valore del 9,5 per cento, seguita da Toscana (36,6 per cento) che vede crescere la raccolta differenziata dell’1,4% rispetto all’anno precedente, Umbria (32 per cento) e Lazio, che resta fermo al 16,5%. Un dato troppo basso, soprattutto se visto alla luce della grave emergenza di Roma, che ha richiesto l’individuazione di un sito provvisorio a Riano per una nuova discarica, con grande allarme da parte dei cittadini. Per quanto riguarda il sud, la raccolta differenziata in Campania si attesta al 32,7 per cento, con picchi superiori al 50 per cento a Salerno (55,2 per cento) e un buon 50 per cento ad Avellino. Il capoluogo di regione, Napoli, nonostante l’emergenza rifiuti, ha raggiunto solo il 26,1 per cento, contro il 24,4 per cento del 2009.

    Più raccolta differenziata significa anche meno discariche: nel 2010 sono stati smaltiti 15 milioni di tonnellate, meno 3,4 per cento rispetto al 2009. Le discariche per rifiuti non pericolosi che hanno operato nel 2010 sono state 211, 18 in meno del 2009. Il numero degli impianti operativi è diminuito di 9 unità al nord e 10 al sud, mentre al centro si registra un impianto in più rispetto al 2009. Dall’entrata in vigore del d.lgs. n. 36/2003, che ha recepito i requisiti tecnici imposti dalla normativa europea, hanno chiuso in Italia 263 discariche, l’82 per cento delle quali al sud (215 unità), 37 al nord e 11 al centro. Gli impianti di incenerimento attivi al 2010 sono 50 e i rifiuti inceneriti circa 5,2 milioni di tonnellate, pari al 16,1 per cento circa del totale dei rifiuti urbani prodotti.

    Credit immagine a Sabina Denise / Flickr

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