I ministri dell’Unione Europea danno via libera alla direttiva Reach (Registration, Evaluation and Authorisation of Chemicals). Il Consiglio sulla Competitività riunito ieri a Bruxelles ha infatti trovato un accordo sul nuovo regolamento sulle sostanze chimiche tossiche. Ma secondo le associazioni ambientaliste (Wwf, Greenpeace, Legambiente e Amici della Terra) si tratta di un passo indietro.
Il testo adottato contiene delle gravi modifiche. Al contrario di quanto deciso un mese fa dal Parlamento, infatti, cade il principio di “sostituzione obbligatoria” dei prodotti chimici pericolosi con alternative più sicure: in altre parole, le imprese non saranno obbligate a sostituire le sostanze con altre disponibili. Le autorizzazioni all’utilizzo dei prodotti saranno rilasciate anche laddove esistono alternative più sicure, purché il rischio possa essere “adeguatamente controllato” o il vantaggio socio-economico sia superiore ai rischi ambientali.
Il Consiglio, inoltre, ha approvato la riduzione dei dati che i produttori sono obbligati a fornire sulla sicurezza delle sostanze chimiche, in particolare per quelle prodotte in basse quantità (da 1 a 10 tonnellate l’anno). Migliaia di prodotti chimici rimangono così sul mercato, anche se non sono ancora chiari gli effetti che hanno sulla salute e sull’ambiente. Per questo le associazioni chiedono al Parlamento Europeo, dove il testo tornerà in seconda lettura il prossimo anno, di riaffermare il sostegno al principio della sostituzione obbligatoria.
Che assicurerebbe un risparmio di 90 miliardi di euro, la cifra che in 30 anni potrebbe essere spesa per curare le malattie professionali dovute a esposizione e contaminazione chimica. (r.p.)