Una nuova eccezionale scoperta archeologica sembra svelare uno dei più affascinanti misteri dell’antichità. Un grandioso tempio del 1500 avanti Cristo, riemerso tra le pietre e le sabbie del deserto dello Yemen del nord, potrebbe infatti confermare l’esistenza della mitica Regina di Saba. Ma non solo. L’edificio – paragonato alle piramidi di Gaza per la sua bellezza e la sua maestosità – è stato già definito dagli esperti “come l’ottava meraviglia del mondo”. Ma perché i tesori rinvenuti sono così importanti? ‘’Il tempio potrebbe essere un tassello decisivo per dimostrare che il personaggio della Regina di Saba visse davvero”, racconta Bill Glanzman, l’archeologo canadese dell’Università di Calgary, autore della scoperta. Finora, tutte le ricerche di prove inconfutabili sull’esistenza della leggendaria protagonista di uno degli episodi più noti della Bibbia, erano state vane. L’unica testimonianza è proprio dall’Antico Testamento, che la descrive come una donna bellissima, saggia e con un grande temperamento: affrontò mille pericoli per attraversare tutta l’Arabia e giungere fino a Gerusalemme, dove incontrò il saggio Salomone, da cui ebbe un figlio, il fondatore della dinastia reale d’Etiopia.
Per individuare l’edificio, completamente sepolto dal deserto a Mahram Bilqis, vicino all’antica città di Marib, l’èquipe diretta da Glanzman si è avvalsa di sofisticati strumenti tecnologici, tra cui alcuni radar capaci di penetrare i diversi strati del terreno. Scoperte che possono gettare nuova luce sulle antiche civiltà dell’Arabia meridionale e in particolare sul regno sabeo. Dai primi esami, infatti, è emerso che il tempio risale a circa 3500 anni fa, e sarebbe rimasto attivo fino al VI secolo avanti Cristo, diventando meta privilegiata di un pellegrinaggio fiorente proprio durante il presunto regno della Regina di Saba, intorno al 950 avanti Cristo.
Attualmente, la maggioranza degli esperti nega l’esistenza dell’Imperatrice. Ma la scoperta del tempio potrebbe rimette tutto in discussione. ‘’Se si crede alle associazioni storiche”, continua Glanzman, “allora con buona certezza possiamo affermare che lei è stata in questo santuario”. Intanto le ricerche nel sito proseguono. E le iscrizioni e i preziosi manufatti custoditi a Mahram Bilquis, contribuiranno certamente a sciogliere l’antico enigma.