Quello ritrovato nel parcheggio di Leicester è lo scheletro di Re Riccardo III “al di là di ogni ragionevole dubbio”. Parola dei ricercatori dell’università di Leicester che negli ultimi sei mesi hanno sottoposto i resti a diverse analisi, dall’esame al carbonio 14 al test del Dna estratto da denti e ossa. Ma questa è una storia che vale la pena raccontare dall’inizio.
E l’inizio è quel giorno del 1485, in cui Re Riccardo viene sconfitto e ucciso durante la battaglia di Bosworth, culmine e fine della guerra civile inglese, la Guerra delle Due Rose, che portò al trono i gallesi Tudor (quelli di Enrico VIII ed Elisabetta I). Quel giorno, o più probabilmente i giorni seguenti, i frati del monastero di Leicester, secondo quanto riportano le cronache, avrebbero rimosso il corpo del Re e lo avrebbero sepolto nel loro monastero in una tomba anonima. Questo forse per evitare che venisse violata da quanti volevano accaparrarsi la ricompensa che Re Enrico aveva promesso a chi gli avrebbe portato il corpo del suo rivale.
Lì, in quel monastero, il corpo dell’ex sovrano ha riposato in pace per più di cinque secoli. Poi nel 2009 Philippa Langley, una sceneggiatrice di Edimburgo e segretaria della divisione scozzese della Richard III Society, decise di voler scrivere un film sul Re storpio e tiranno. La Società, i cui membri si fanno chiamare Riccardiani, è infatti convinta che quanto riportato dalle cronache storiche sia solo la versione del vincitore Tudor, e che molto della terribile fama di Riccardo III (come per esempio il fatto che abbia ucciso due suoi nipoti bambini per assicurarsi il trono d’Inghilterra) siano solo false leggende, rese ancora più popolari dalla tragedia di William Shakespeare, scritta durante il regno e per ottenere i favori di Elisabetta I.
Durante le sue ricerche per il film, Philippa si trovò a confrontarsi con il problema della morte e della tomba del Re. Era convinta che questa non fosse stata violata durante la distruzione dei monasteri operata da Enrico VIII e Thomas Cromwell e che quindi si dovesse trovare al suo posto: nel giardino del monastero. Al posto di questo giardino però oggi c’è un parcheggio. Lì si recò Langley e immediatamente, come ha raccontato lei stessa in un documentario trasmesso da Channel 4, capì come quello fosse il posto sbagliato: “Mentre andavo via, ho visto un altro parcheggio, privato, sulla destra. So quanto folle questo possa sembrare, ma mi sono intrufolata sotto la rete e lì, davanti a un posteggio in particolare, ho avuto la fortissima sensazione che stavo camminando sulla tomba di Riccardo”.
La R dipinta sul posteggio stava ovviamente a simboleggiare che quello era un posto riservato. Ma quale segno migliore si può chiedere al destino? Testarda e convincente, la sceneggiatrice riuscì a ottenere i permessi necessari – e soprattutto i finanziamenti, anche grazie a un passaparola su Internet – per iniziare uno scavo archeologico nel parcheggio. Dopo poco gli scavi mostrarono che la sua sensazione l’aveva ben guidata: gli archeologi dell’università di Leicester trovarono prima i resti di un antico edificio e poi due corpi, quello di una donna e quello di un uomo. Era il 25 agosto 2012.
Da allora gli esperti dell’università di Leicester hanno sottoposto le ossa a diversi tipi di analisi, sempre più approfondite. Un’iniziale esame dello scheletro ha subito mostrato una spina dorsale fortemente deformata da una scoliosi giovanile, proprio quello che ci si sarebbe aspetto di vedere sui resti di Riccardo, gobbo e storpio dall’adolescenza. Il corpo inoltre, secondo le analisi forensi, presentava numerose ferite, otto solo sul cranio, compatibili con una morte in battaglia, e la sua età, secondo l’archeologo Jo Appleby, era vicina ai 30 anni. Riccardo è morto a 32.
Ma ecco le due prove più importanti. La datazione al carbonio 14 ha rivelato che i resti risalgono a un periodo compreso tra il 1455 e il 1540, e l’analisi del Dna mitocondriale estratto da denti e ossa ha mostrato una sovrapposizione con quello di Michael Ibsen, discendente della sorella di Riccardo III, Anna di York.
Dunque dopo cinque secoli di quieto riposo la salma del re più controverso della storia d’ Inghilterra, il re assassino di bambini, deve trovare una nuova dimora. Probabilmente sarà la cattedrale di Leicester. Purtroppo però, come sottolinea Mashable, se la scienza moderna ha permesso l’identificazione del corpo, niente può fare per rivelare la verità sul suo atteggiamento o sulla sua natura, o su quello che ha veramente fatto o non fatto, crimini o gesta eroiche che siano. Questa è ancora una missione per la Richard III Society che, intanto, domani svelerà l’immagine della ricostruzione del volto del sovrano basata sui resti ritrovati.
Via: Wired.it
Credits immagine: University of Leicester