HomeSpazioLa materia oscura continua a sfuggirci

La materia oscura continua a sfuggirci

La materia oscura si fa ancora più oscura. A dispetto di ipotesi e teorie sulla sua esistenza, infatti, la comunità scientifica ancora non riesce a tratteggiarne le caratteristiche e – soprattutto – trovarne con chiarezza evidenze sperimentali robuste. Anche uno degli esperimenti più recenti, Xenon100, sembra essere appena giunto alle stesse conclusioni: in capo a quattro anni di ricerca, infatti, non ha ancora trovato alcuna traccia di materia oscura, come raccontano i ricercatori della Xenon Collaboration in un lavoro appena pubblicato sul portale ArXiv.

Ripercorriamo brevemente gli ultimi risultati. Nel 1998, gli scienziati dell’esperimento Dama, condotto presso i laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, avevano affermato di aver rilevato la materia oscura sotto forma di una particella massiccia debolmente interagente (Wimp o weakly interacting massive particles) del peso di circa 10 gigaelectronvolts (GeV). Il tasso di eventi rilevati, ovvero le particelle che si scontrano con i nuclei del materiale del rivelatore, sembrava variare con le stagioni, il che faceva pensare che la Terra, orbitando attorno al Sole, potesse attraversare una sorta di vento di materia oscura.

Sebbene il segnale rivelato da questo esperimento fosse piuttosto chiaro, erano necessarie altre prove indipendenti per accertarne l’affidabilità.

Per anni, altri esperimenti – tra cui, per l’appunto, Xenon100, hanno provato a trovare le particelle Wimp senza alcun successo, fin quando, nel 2011, un esperimento chiamato Cogent, progettato specificamente per confutare l’ipotesi di Dama, aveva invece rivelato un accenno di un segnale, mantenendo così vivo il dibattito scientifico.

Ma tutto potrebbe essere cambiato: stando a quanto racconta secondo il team Xenon, gli ultimi quattro anni non hanno evidenziato alcuna prova di una modulazione annuale. Inoltre, l’esperimento Dama aggiornato non ha annunciato alcuna nuova scoperta dal 2013.“Anche solo dopo un anno di raccolta dati, dovremmo cominciare a osservare qualcosa”, ha spiegato Laura Baudis dell’Università di Zurigo, un membro di Xenon100. Perché questa contraddizione con quanto osservato da Dama? Una delle possibili spiegazioni è che Dama utilizza un rilevatore a base di ioduro di sodio, mentre Xenon100 utilizza il gas xenon, ed è possibile che la materia oscura interagisca in modo diverso i due diversi materiali.

Via: Wired.it

RESTA IN ORBITA

Articoli recenti