Negli ultimi anni, l’uso di algoritmi per generare automaticamente articoli a partire da raccolte di dati, quindi senza bisogno dell’intervento di un essere umano, ha fatto il suo ingresso nel mondo del giornalismo. Associated Press, una delle più grandi organizzazioni giornalistiche al mondo, ha annunciato di aver cominciato a farne uso nel 2015, ma la tecnologia è adesso utilizzata anche da testate quali il Los Angeles Times e Forbes. Una volta sviluppato un algoritmo, infatti, questo può essere facilmente utilizzato per creare migliaia di articoli su un particolare argomento, più velocemente e meno dispendiosamente di un giornalista “umano”.
Eppure, secondo un gruppo di esperti del settore, il futuro del giornalismo non è nei robot. O almeno non proprio e non solo. Secondo lo studio, pubblicato su Digital Journalism, le limitazioni di questo tipo di giornalismo automatizzato sono infatti ancora troppo grandi, e la sua diffusione sottolinea la necessità di un giornalismo critico e contestualizzato, che può essere prodotto solamente da giornalisti in carne e ossa.
Durante la ricerca, Neil Thurman e colleghi hanno intervistato reporter, editori e dirigenti della CNN, della BBC, della Thomson Reuters, del Trinity Mirror e di News UK, a cui era richiesto di provare in prima persona alcuni software di robo-scrittura durante un workshop e di discutere in seguito la propria esperienza.
Secondo i partecipanti, la dipendenza del giornalismo automatizzato da un flusso di dati e la necessità di programmare il punto di vista di uno specifico pezzo in anticipo produce storie che mancano in contesto, complessità e, soprattutto, creatività, soprattutto se confrontate con le loro controparti scritte da un giornalista umano.
La necessità di preparare in anticipo un modello che il computer deve seguire per scrivere un determinato pezzo, inoltre, è un inconveniente non facilmente sormontabile: “Non puoi ottenere una reazione a quei numeri o dati, non puoi spiegarli perché il modello della storia è stato preparato prima che i dati fossero rilasciati,” ha sottolineato ad esempio uno dei partecipanti.
Nonostante le limitazioni, i giornalisti riconoscono che ci sono dei lati del giornalismo automatizzato che possono risultare utili per alcuni tipi di giornalismo, per ridurre costi e aumentare velocità e precisione. Secondo alcuni dei partecipanti, ad esempio, il sistema potrebbe essere utilizzato per rimpiazzare personale costoso che si occupa di fare un tipo di lavoro ripetitivo e che richiede molto tempo. Il robo-giornalismo potrebbe inoltre essere utilizzato per coprire storie che le testate non hanno risorse per coprire manualmente, o per argomenti che, al momento, non sono abbastanza importanti da essere assegnati ad un giornalista umano.
“L’aumento del numero di news risultante dall’automatizzazione del processo potrebbe rendere ancora più difficile navigare un mondo già saturo di informazione,” ha concluso Thurman, “E di conseguenza esso potrebbe aumentare il bisogno di quelle abilità tutte umane, giudizio, curiosità, scetticismo, che sono possedute dal bravo giornalista. Solo in questo modo possiamo continuare ad essere informati succintamente, comprensivamente e accuratamente”.
Riferimenti: Digital Journalism