(UniTrento) Come una conduttura che perde, anche il mondo della ricerca si connota per una progressiva dispersione dei suoi giovani talenti, in particolare se donne. Infatti, nonostante la partecipazione femminile nei percorsi universitari abbia ormai superato quella maschile, la presenza delle donne appare ancora limitata nelle carriere universitarie e di ricerca e tende a disperdersi al crescere delle posizioni. Stereotipi di genere, pratiche e modelli culturali, ma anche i nuovi modelli di organizzazione della ricerca tendono a produrre opportunità e destini differenziati per donne e uomini. Una dinamica che trova conferma nei risultati nel progetto europeo Garcia.
La questione sarà affrontata a partire dai risultati del progetto, arrivato alla sua fase conclusiva, nella conferenza “Saperi di genere” venerdì 20 e sabato 21 gennaio al Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale (Trento – Via Verdi, 26). I lavori inizieranno in entrambe le giornate alle 9. Il convegno è promosso dal Centro di Studi Interdisciplinari di Genere in collaborazione con il progetto europeo Garcia.
Garcia, progetto co-finanziato dalla Commissione Europea, e coordinato da Barbara Poggio e Annalisa Murgia dell’Università di Trento, ha indagato le differenze di genere nel mondo accademico con specifica attenzione alle prime fasi della carriera in sette paesi europei, tra cui l’Italia.
Il progetto Garcia – Gendering the Academy and Research: combating Career Instability and Asymmetries (ovvero “Università e ricerca in ottica di genere: superare le asimmetrie e l’instabilità lavorativa”) – raccontano le coordinatrici – ha promosso una cultura attenta alle differenze di genere, combattendo stereotipi e discriminazioni all’interno del mondo accademico e sostenendo la qualità delle condizioni lavorative in particolare per coloro che sono all’inizio della carriera accademica. In tal senso rappresenta un punto di riferimento sul piano nazionale. Grazie alle azioni intraprese in questi tre anni, il progetto è infatti intervenuto sulle politiche interne dell’università di Trento ma anche a livello locale. In particolare ha promosso e sviluppato azioni a sostegno delle carriere, favorendo una maggiore inclusione dei giovani ricercatori – e soprattutto delle giovani ricercatrici – non strutturati/e nelle politiche di Ateneo, cercando di aprire loro prospettive di crescita professionale dentro e fuori dai confini dell’accademia.
“Le asimmetrie di genere – spiegano – sono tuttora esistenti nei diversi contesti di produzione di conoscenza (l’accademia così come altri ambiti di ricerca) e si fondano sull’esistenza di stereotipi di genere, di pratiche e modelli culturali che tendono a definire e riprodurre opportunità e destini differenziati e non paritetici per donne e uomini. In tal senso, si apre una sfida per chi intende operare in una prospettiva di equità e pari opportunità, non solo riguardo al raggiungimento di una maggiore presenza delle donne nei percorsi professionali e nei processi decisionali, ma anche in merito al processo stesso di costruzione della scienza e della conoscenza”.
Nel convegno verranno discusse le principali azioni sviluppate nel corso del progetto Garcia. Sarà anche un’occasione per riflettere sull’elaborazione e la circolazione dei saperi di genere, sulla loro traduzione in diritti e politiche, sul rapporto tra genere e processi educativi e formativi e sulle dinamiche tra conoscenze accademiche e sollecitazioni provenienti dai movimenti sociali.