I pannelli fotovoltaici che si trovano in commercio non sono tutti uguali, e anche la performance di uno stesso pannello può variare molto, a seconda delle condizioni ambientali e della posizione in cui è installato. Come scegliere allora quello più adatto alle diverse situazioni? Per confrontare le prestazioni di due o più pannelli, il Dipartimento di elettronica e informazione (Dei) del Politecnico di Milano ha ora messo a punto un strumento ad hoc, chiamato Gallo fotovoltaico perché entra in funzione ai primi raggi del sole: il sistema valuta la prestazione dell’impianto in ogni momento e informa il suo proprietario in tempo reale, via wireless o Gsm.
L’efficienza di ciascun modulo dipende da diverse variabili. Tra queste, fondamentali sono le caratteristiche istantanee della radiazione solare: con un cielo parzialmente nuvoloso, per esempio, le componenti predominanti dello spettro sono diverse da quelle del cielo terso. “Quando è nuvoloso in proporzione arrivano più radiazioni ad alta energia (luce diffusa, ndr.), quelle che nello spettro sono spostate verso il blu e il violetto, perché le altre vengono in parte bloccate dalle nubi”, spiega a Galileo Sergio Brofferio, docente del Politecnico: “Con il cielo sgombro, invece, la luce diretta rappresenta l’80 per cento della radiazione che arriva alle celle e solo il 20 per cento è luce diffusa. Allo stesso tempo però, le alte temperature abbassano il rendimento dei moduli”. Nella pratica questo significa che le condizioni in alta montagna sono differenti da quelle della Pianura Padana e che, per catturare al meglio l’energia solare, c’è bisogno di differenti tecnologie. I pannelli che utilizzano silicio amorfo, per esempio, sono più adatti a Milano, dove vi è più spesso la luce diffusa che non quella diretta; al contrario, a Palermo funzionano meglio quelli a silicio cristallino.
L’apparecchio del Dei, delle dimensioni di un piccolo trolley, si collega ai moduli fotovoltaici e ne misura la potenza, la tensione e la corrente elettrica generata. Lo strumento è autonomo perché utilizza l’energia fornita dagli stessi pannelli che monitora ed è dotato di una batteria di backup per brevi periodi di assenza di luce. (a.d.)