Dai cambiamenti climatici, agli algoritmi, passando per la biochimica e la geologia. Nel mondo della scienza, anche le immagini aiutano a capire. Ecco, quindi, grafici, foto e video che raccontano le scoperte scientifiche di questa settimana, le più belle e interessanti che abbiamo voluto condividere con voi.
Magia! Le opere d’arte prendono vita
Si chiama Photo Wake-up ed è un algoritmo appena sviluppato dai ricercatori della University of Washington davvero sorprendente. È, infatti, in grado di scattare una fotografia a una persona o un’opera d’arte e farla correre, camminare, sedersi, saltare, facendola letteralmente uscire fuori dall’inquadratura, grazie all’utilizzo di visori di realtà aumentata. La ricerca, pubblicata su sito pre-print Arxiv, sarà presentata nei prossimi giorni durante la Conference on Computer Vision and Pattern Recognition, a Long Beach, in California.
Le ondate di calore stanno tornando
A causa dei cambiamenti climatici, le ondate di calore saranno sempre più frequenti. E, purtroppo, dovremo abituarci. A suggerirlo è uno studio pubblicato su Earth’s Future, secondo cui le terribili ondate di calore come quelle della scorsa estate si potrebbero verificare due anni su tre, se l’aumento della temperatura globale sarà di 1,5 gradi centigradi, e ogni anno se il riscaldamento globale sarà di 2 gradi.
Il nuovo ciclo dell’acqua nell’era dell’Antropocene
Dai libri di scuola, passando dai manuali dell’università, fino alla letteratura scientifica. La stragrande maggioranza delle illustrazioni del ciclo dell’acqua dovrebbero essere aggiornate, mostrando e mettendo in evidenza tutte le conseguenze delle attività antropiche. A dirlo sulle pagine di Nature Geoscience è un team di ricercatori internazionale, secondo cui l’inserimento dei fattori antropici nelle illustrazioni favorirebbe una maggiore consapevolezza nelle scelte e nei comportamenti, evitando di infondere una falsa percezione sulla disponibilità in futuro di questa preziosissima risorsa.
Antartide: riparte la caccia al ghiaccio più antico
Il primo giugno scorso in Antartide ha preso il via una missione “epica”. Ricercatori di 10 Paesi europei e 16 istituti di ricerca, tra cui il Cnr e l’Università Ca’ Foscari di Venezia, tenteranno ancora una volta di perforare e recuperare il ghiaccio di 1,5 milioni di anni fa. Una inestimabile fonte di informazioni sui gas serra presenti durante la transizione del Pleistocene medio, avvenuto tra i 900mila e 1,2 milioni di anni fa, e ricostruire così la storia dell’atmosfera terrestre. Facciamo il tifo per il progetto European Beyon Epica Oldest Ice Core.
Nell’Artico che si scioglie, il permafrost finisce in mare
A causa del riscaldamento globale, nell’Artico canadese quantità sempre più crescenti del permafrost costiero finiscono in mare: un’erosione che a volte supera più di un metro al giorno. A riferirlo è uno studio dell’Università di Edimburgo, che si è servito di un drone per fotografare una sezione di permafrost sull’isola Herschel, situata nel mare di Beaufort.