Se il colonnello indossa la toga

Sale la contestazione per la visita in Italia, dal 10 al 12 giugno, del leader libico Muammar Gheddafi. Che oltre ad essere accolto a Palazzo Chigi e a pronunciare un intervento a Palazzo Madama, potrebbe anche ricevere un prestigioso riconoscimento accademico: una laurea honoris causa dalla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Sassari. Per protestare contro la decisione, i Radicali italiani hanno lanciato un appello urgente, a cui hanno aderito già 600 professori universitari, per invitare il Senato Accademico dell’Università a tornare sui suoi passi.

Tra le motivazioni presentate a supporto del conferimento della laurea, Gheddafi contribuirebbe “a un processo già in corso di dialogo e di conoscenza reciproca fra sistemi giuridici diversi ma convergenti nel Mediterraneo”. Ma i Radicali precisano: “Si tratta innanzitutto di un ‘capo di Stato’ al governo da 40 anni, seppure mai eletto democraticamente dal suo popolo. Inoltre il suo Regime si caratterizza per la sistematica violazione di tutti i diritti umani fondamentali e la negazione della nozione di Stato di Diritto, come documentato da tutte le maggiori organizzazioni non-governative dei diritti umani. Conferirgli un titolo onorifico da parte di un Ateneo italiano sarebbe un’onta per la Patria storica del diritto, nonché per la reputazione dell’Università italiana tutta”.

Gheddafi, in Italia per verificare lo stato di attuazione del Trattato Italia-Libia (nel quale non è previsto per il governo libico alcun obbligo di accoglienza, di tutela del diritto d’asilo, di rispetto della dignità umana dei migranti), giunse infatti al potere in Libia nel 1969, dopo un colpo di Stato. I suoi 40 anni di governo sono segnati da gravi restrizioni delle libertà degli oltre sei milioni di cittadini libici. In Libia i migranti, molti dei quali in fuga da paesi in guerra o dittatoriali come Etiopia, Sudan, Eritrea, Somalia, non godono di alcun diritto, a partire da quelli di asilo e di protezione umanitaria, perché questo paese non ha mai aderito alla Convenzione di Ginevra. E rischiano quotidianamente la vita nelle carceri e nei centri di polizia, dove sono sottoposti a continue violenze.

Molte altre associazioni sono scese in campo per opporsi al conferimento della laurea. Il Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale (Cipsi), per esempio, ha proposto di assegnare la laurea destinata a Gheddafi a Dagmawi Yimer, studente di giurisprudenza etiope, autore e protagonista del documentario sui migranti africani verso l’Italia “Come un uomo sulla terra”, realizzato con Riccardo Biadene e Andrea Segre. Intanto, la rete nata intorno a Fortress Europe e all’associazione Asinitas onlus ha lanciato una mobilitazione nazionale “Io non respingo” organizzando varie iniziative in 53 città. La più importante è la manifestazione a Roma, in piazza Farnese, prevista oggi alle ore 18.00, nelle stesse ore in cui Gheddafi sarà ricevuto dal premier a Palazzo Chigi (r.p.).

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