Un innovativo software capace di riprodurre in modo estremamente fedele i suoni del pianoforte, simulando lo strumento tradizionale. Questo il prototipo progettato e realizzato da un gruppo di ricercatori del Laboratorio Vision, Image Processing and Sound del Dipartimento di Informatica dell’Università di Verona, coordinati da Federico Fontana. Il programma è stato presentato ieri, 1 ottobre, con un singolare concerto del pianista Mauro Colombis presso l’università veneta.
“Il software è innovativo perché, invece di riprodurre suoni caricati in memoria, simula il comportamento meccanico del pianoforte, permettendo alla macchina di interagire con il musicista nel modo più naturale e realistico possibile”, spiega a Galileo Federico Fontana. Lo scopo del gruppo di era quello di mettere a punto una nuova tecnologia per superare i limiti degli attuali pianoforti digitali, che sono una sorta di contenitori di suoni preregistrati, recuperati durante l’esecuzione. In questi strumenti, però, la bacheca di note e accordi a disposizione è ovviamente limitata. “Il nuovo software invece è uno strumento dinamico, che interagisce con il musicista, generando i suoni istantaneamente (in pochi millisecondi, ndr.)”, continua Fontana. I modelli informatici hanno riprodotto virtualmente le parti fondamentali del pianoforte tradizionale per la generazione e diffusione del suono, ovvero il martelletto, la corda e la tavola armonica. “Il dispositivo che abbiamo creato”, sottolinea ancora il ricercatore, “aumenta l’empatia e favorisce l’interazione esecutore-strumento, facilitando anche l’apprendimento dei musicisti alle prime armi perché , per esempio, può correggere gli errori durante l’esecuzione”. Lo strumento, inoltre, può essere tarato per differenti tipi di piano, da quello verticale, al tradizionale gran coda dei concerti. (e.r.)