Se il robot sbatte le ali

    Leonardo da Vinci aveva ragione: il movimento alare è un buon modello per il volo meccanico. E gli scienziati dell’Università Pierre e Marie Curie di Parigi, coordinati da Emmanuel De Margerie, hanno seguito il consiglio, trovando un approccio originale allo studio dell’evoluzione del volo attraverso un algoritmo che riproduce l’evoluzione degli uccelli. La ricerca, svolta nell’ambito del Robur project, è pubblicata sul numero di dicembre di Bioinspiration e biomimetics.

    Il software ha dapprima “creato” e fatto evolvere un’entità dalle sembianze simili a un uccello, scartando le trasformazioni meno funzionali, per poi simulare una macchina volante con il design ottimale. Infine, i ricercatori hanno costruito, su tale modello, un prototipo meccanico che, sbattendo le ali, si muove con una velocità di crociera pari a 36 chilometri orari.

    “Il veicolo da noi progettato ha diversi vantaggi rispetto agli aerei e agli elicotteri” spiega De Margerie. “E’ più maneggevole e copre un più ampio range di velocità. Il tutto senza perdere in aerodinamica”. Caratteristiche, queste, importanti soprattutto per i veicoli leggeri senza pilota, detti Uav (unmanned aerial vehicles), usati per ricognizioni militari a bassa quota. Proprio in questo senso è orientata l’attuale ricerca su un perfezionamento dell’algoritmo. Il prototipo di Uav sembra infatti presentare alcuni difetti: è efficiente solo a velocità relativamente alte e ha una veloce usura delle ali. (mi.m.)

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