Vivere nei pressi dell’Etna può essere rischioso anche per la possibilità di sviluppare un tumore alla tiroide. Un’equipe di ricercatori dell’Università di Catania ha riscontrato un’incidenza più che doppia di questo carcinoma tra gli abitanti di Catania rispetto alla media regionale (in particolare del 31,7 per cento nelle donne e del 6,4 per cento negli uomini, contro il 14.1 e il 3 rispettivamente).
Lo studio, pubblicato su Journal of the National Cancer Institute, è stato condotto nell’arco di due anni in diverse regioni dell’isola, su pazienti in cui la malattia è stata diagnosticata di recente. Il tipo di tumore alla tiroide con maggiore incidenza nei pressi dell’Etna è quello papillifero: ha rappresentato il 52 per cento dei tumori alla tiroide riscontrati vicino l’Etna, contro il 33 per cento dei casi esaminati in altri luoghi della Sicilia. Questo tipo di tumore è risultato anche portatore della mutazione genetica BRAF V600E, di solito associato a forme di cancro molto aggressive.
L’idea che l’ambiente naturale vulcanico possa aumentare il tasso di tumore alla tiroide era stata già portata avanti da alcuni ricercatori americani nelle Hawaii e in Islanda. Come ciò avvenga, però, è ancora ignoto. Secondo i ricercatori, i responsabili sarebbero alcuni composti tossici legati all’attività vulcanica che si trovano sospesi nel particolato e in grado di contaminare l’acqua potabile. Alcuni metalli come ferro, boro, manganese, vanadio e il composto radioattivo Radon 222 si trovano infatti nelle falde acquifere nei pressi dell’Etna oltre i limiti massimi consentiti per legge.
“L’incidenza del cancro alla tiroide negli ultimi vent’anni è aumentata più di quella di altri tipi di tumore”, ha spiegato a Galileo Riccardo Vigneri, docente di endocrinologia presso l’ateneo catanese: “Si pensava che questo fosse dovuto a una maggiore diffusione dell’ecografia diagnostica, mentre ora si comincia a credere che vi sia effettivamente un nesso con gli elementi tossici e i gas prodotti dai vulcani; questi elementi si ritrovano anche nelle acque che, solo a Catania, arrivano nelle case di 700 mila persone”. (f.c.)
Riferimento: Doi 10.1093/jnci/djp354
Buongiorno, abito a Motta S. A., un paese ai piedi dell’Etna e , a quanto pare sotto casa mia scorre un fiume le cui acque proverrebbero dall’Etna.
Accorpato alla mia casa c’è un pozzo con tantissima acqua che , mi chiedo io, chissà che è potabile.
Mi piacerebbe poterla confrontare con quella che arriva dai rubinetti.
E se l’acqua del mio pozzo fosse migliore? Non sarebbe il caso di utilizzarla per il paese?