Venezia è uno dei gioielli più preziosi e fragili del nostro paese. La sua affascinante topografia la espone infatti a continui rischi provenienti dall’innalzamento delle acque e dalla stabilità del sottosuolo, per i quali negli anni passati sono stati pensati e realizzati numerosi interventi preservativi. Un nuovo allarme arriva oggi dai ricercatori dell’Università di Southampton, in Inghilterra, che puntano questa volta il dito all’aumento della temperatura delle acque superficiali (Sst) della laguna: nei prossimi decenni potrebbe essere molto superiore alla media mondiale. I risultati del team di Carlos Amos sono stati presentati al meeting internazionale dell’Estuarine & Coastal Sciences Association, in Lituania.
Il fenomeno del riscaldamento delle acque sarebbe dovuto principalmente al cosiddetto urban heat island effect, “un problema poco considerato, ma che può avere conseguenze estreme”, ha spiegato Amos. Ovvero: le aree in rapida espansione urbana e industriale producono grandi quantità di calore, che portano a loro volta un aumento della temperatura locale. “Prendete per esempio Londra”, racconta Amos, “dove la temperatura dell’aria e delle acque del Tamigi è sempre maggiore di quella del resto del Regno Unito. O la Corea del Sud, un’area che ha conosciuto una rapida espansione industriale, e in cui l’Sst aumenta a un ritmo di 0,26 gradi per decennio, molto maggiore della media mondiale. Due terzi di questo aumento sono dovuti all’aumento della temperatura locale dell’aria, che è causato in gran parte dall’urban heat island effect”.
Venezia d’altronde viene visitata ogni anni anno da oltre 22 milioni di turisti, una cifra che si ripercuote inevitabilmente sugli equilibri ambientali della zona. Eppure, sebbene il turismo sia una risorsa fondamentale, sono migliaia anche i posti di lavoro che dipendono dalla sopravvivenza dell’industria della pesca, comparto che sarebbe messo gravemente a rischio dai forti aumenti di temperatura delle acque previsti dai ricercatori, che avvertono quindi di non sottovalutare il pericolo. Un’analisi della temperatura delle acque della laguna infatti prevede aumenti anche dieci volte superiori a quelli prospettati dall’Ipcc nei periodi invernali, un risultato che i ricercatori ritengono direttamente collegato agli effetti del turismo.
Purtroppo questo non è l’unico allarme che arriva quest’anno per la sicurezza della serenissima. Uno studio pubblicato su Nature della University of California di San Diego e dell‘Università di Miami, in collaborazione con Telerilevamento Europa (Tre), aveva infatti svelato come, nonostante gli interventi effettuati in passato per risolvere il problema, la città stia ancora sprofondando a un ritmo di due millimetri all’anno. Quattro se si sommano i due millimetri di cui aumenta l’altezza delle acque della laguna ogni anno.
Riferimenti: Università di Southampton
Credits immagine: Juan Rubiano/Flickr