Un gruppo che scommette sulla possibilità di fare assistenza alle vittime sul campo e di denunciare i massacratori, senza rinunciare a una eventuale ricomposizione del conflitto. I medici di MSF sono chini sui feriti vittime di conflitti a fuoco e siedono alla trattative di pace. Ed è questa connotazione che, nel corso degli anni li ha identificati e ne ha fatto crescere la credibilità e il prestigio. Sino al Nobel per la Pace, conferito a MSF nel 1999 “in riconoscimento del suo lavoro umanitario per le popolazioni in pericolo, svolto in maniera neutrale e indipendente nel tentativo di restituire la salute e la dignità alle persone e rappresentando per questo una speranza di pace e riconciliazione”.
Medici Senza Frontiere (MSF) nasce nel ‘71 dall’idea di un gruppo di medici francesi scioccati dalla situazione sanitaria di cui erano stati testimoni durante la guerra del Biafra. Il loro sogno fu di fare un passo in più rispetto ai principi tradizionali dell’intervento umanitario. Neutralità sì, come diritto di ricevere aiuto da parte di chiunque, al di là delle differenze di fede, razza, convinzione politica. Ma anche testimonianza. Quei medici volevano poter tornare dalle zone di guerra e dire a gran voce al mondo quel che era successo. Essere in qualche modo delle sentinelle umanitarie, a fianco dei deboli di ogni latitudine.
Da allora molta strada è stata fatta. Oggi MSF ha sedi in diciotto paesi. Negli ultimi anni si sono moltiplicati i progetti che vanno al di là dell’emergenza: attualmente ben oltre il 50% delle attività di MSF si sviluppa nell’ambito di situazioni di stabilità. Una delle priorità dell’organizzazione è, per esempio, garantire l’accesso a un sistema medico di base in quei paesi in via di sviluppo che ne sono completamente privi. L’offerta di questi servizi minimi costituisce il 48% dei circa 400 progetti lanciati nel ‘99. Il 19% ha riguardato la cura e la prevenzione delle epidemie (colera, malattia del sonno, morbillo), il 17% il trattamento di individui esclusi dal loro contesto sociale (poveri, barboni, bambini di strada), il 14% le vittime di conflitti e il 2% le vittime di disastri naturali.
MSF è una associazione umanitaria internazionale, senza alcun legame di tipo politico, economico o religioso. In 29 anni di attività è diventata la più importante organizzazione privata per le emergenze di soccorso sanitario. Ogni anno partono in missione sul terreno 2500 volontari di 45 nazionalità. Attualmente l’associazione è presente in più di ottanta paesi, molti dei quali in stato di guerra. Il suo budget annuo, che conta oltre due milioni di donatori al mondo, è di 300 milioni di dollari.
Medici Senza Frontiere Italia, costituita legalmente nel ‘93, si occupa del reclutamento dei volontari, della raccolta di fondi e della promozione. Inoltre sviluppa un progetto locale di assistenza medica e sostegno sociale a un gruppo di nomadi di Roma. Il direttore esecutivo di MSF Italia è Nicoletta Dentico. Il presidente è Stefania Dente. Il primo volontario italiano è partito nell’89. Da allora circa 120 volontari italiani hanno portato il loro contributo ai progetti di MSF nel mondo.
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