Se il vicino è uno di famiglia non è un bene per le piante tropicali rare. Uno studio condotto dalla University of Minnesota e dallo Smithsonian Tropical Research Institute (STRI), e pubblicato su Science, rivela infatti che quando una piantina di una specie rara sta crescendo accanto a un’altra della sua stessa specie ha minori probabilità di sopravvivere. Al contrario, le piantine di specie comuni sembrano poco influenzate dalle vicine della stessa famiglia. La ricerca ha l’obiettivo di aiutare gli scienziati a comprendere meglio come la vita vegetale si organizza in comunità, soprattutto in prospettiva dei cambiamenti climatici e altri processi su larga scala.
Il lavoro, basato sull’osservazione della sopravvivenza di più di 30mila piante e di 180 specie di alberi tropicali, è parte di uno studio a lungo termine sulla biodiversità vegetale condotto in una foresta tropicale di pianura nell’isola di Barro Colorado, Panama. L’area di interesse – delle dimensioni di 90 campi di calcio – comprende più di 400mila singoli alberi e arbusti di oltre 300 specie che sono state segnate, mappate e misurate a intervalli regolari di cinque anni nel corso degli ultimi trenta.
Per anni i ricercatori del Minnesota, ma non solo, hanno osservato che le piante circondate da vicine della stessa specie non crescono e né sopravvivono bene come quelle circondate da altre specie. L’opinione degli scienziati finora era che ciò accadesse perché i parassiti e gli organismi patogeni si spostano più facilmente tra individui della stessa specie o perché questi ultimi sono in concorrenza tra loro per le stesse risorse. Ora invece lo studio statunitense ha mostrato che si tratta di un problema di “sensibilità”: le piantine di specie rare sono molto più sensibili alla presenza di vicini della stessa specie (conspecifici) rispetto alle piantine di specie comuni. In altre parole: la densità di conspecifici determina l’abbondanza di specie nelle varie comunità.
Secondo Liza Comita e Helene Muller-Landau, co-autrici dello studio, ciò suggerisce che le specie rare sono impossibilitate a diventare comuni, perché producono sempre più piantine che hanno una minore sopravvivenza. “I risultati”, hanno concluso le ricercatrici ““indicano la direzione in cui cercare i meccanismi alla base della rarità di alcune specie e forniscono preziosi suggerimenti sulle modalità di conservazione delle specie meno comuni e a rischio di estinzione”. (a.o.)
Rifeirmenti: Science DOI: 10.1126/science.1190772
… la ricerca ha messo in evidenza l’aspetto scientifico del detto atavico: “nessuno è profeta in patria”.