Vaccini, per un quinto degli italiani non sono sicuri

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Vaccini
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66mila persone, in 67 nazioni di tutto il mondo, sono state interrogate dagli scienziati del Vaccine Confidence Project alla London School of Hygiene & Tropical Medicine, in merito alla propria fiducia nei vaccini. E i risultati non sono proprio confortanti, almeno nei paesi che ci riguardano più da vicino: dallo studio, pubblicato sulla rivista EBioMedicine, è emerso infatti che i cittadini europei sono i più scettici al mondo rispetto alla sicurezza dei vaccini.

Nel nostro paese, in particolare, il 20% circa dei partecipanti si dice non completamente d’accordo con l’affermazione che i vaccini siano sicuri (il 5% si dichiara “totalmente in disaccordo” e il 15% si dichiara “tendenzialmente in disaccordo”). Per quanto riguarda invece l’efficacia, il 32% dei partecipanti si è detto “estremamente d’accordo”, il 44% “tendenzialmente d’accordo”, il 12% “tendenzialmente in disaccordo” e il 5% “estremamente in disaccordo” (il 5% ha risposto “non so”). Il 5%, infine, si dice convinto che la somministrazione di vaccini vada contro le proprie credenze religiose.

I più scettici al mondo sono i francesi: il 41% dei partecipanti al sondaggio si sono detti in disaccordo con l’affermazione che i vaccini siano sicuri. La media mondiale si attesta invece intorno al 12%; i transalpini sono seguiti dagli abitanti di Bosnia-Herzegovina (36%), Russia (28%), Mongolia (27%), Grecia, Giappone e Ucraina (27%). Dall’altra parte della classifica, invece, troviamo diversi paesi asiatici, tra cui il Bangladesh – in cui solo l’1% dei cittadini è convinto che i vaccini non siano sicuri –, l’Indonesia (3%) e la Tailandia (6%). Secondo gli esperti, il risultato registrato in Francia sarebbe la conseguenza delle controversie e polemiche che sono state sollevate nel paese negli ultimi vent’anni, tra cui dei presunti effetti collaterali del vaccino contro l’epatite B e l’Hpv.

“Le nostre scoperte danno uno sguardo dettagliatissimo all’opinione pubblica rispetto al tema dei vaccini”, ha dichiarato Heidi Larson, primo autore dello studio. “È estremamente importante, per la salute pubblica, monitorare la percezione della popolazione in modo da poter identificare velocemente nazioni o gruppi di persone in cui la fiducia sta scemando e capire quali sono i meccanismi che innescano tale fenomeno. Studi di questo tipo ci daranno migliori possibilità di prevenire potenziali focolai di malattie come il morbillo, la poliomelite e la meningite, che possono causare disabilità permanenti e morte”.

Via: Wired.it

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