Negli Stati Uniti, la misteriosa sindrome da svapo sta diventando una vera e propria epidemia. Infatti, se a inizio settembre i casi di infezioni polmonari potenzialmente correlate all’uso delle sigarette elettroniche si aggiravano intorno ai 200, oggi il numero di malati è più che raddoppiato e ha superato gli 800 casi. A riferirlo sono i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), che hanno appena diffuso i dati, riportati già qualche giorni fa dal New York Times, della prima istantanea sulla popolazione colpita da questa misteriosa sindrome: sono tutti svapatori, quasi i tre quarti sono maschi, i due terzi hanno tra i 18 e i 34 anni e il 16% ha 18 anni o meno. E dopo l’ottavo decesso correlato alla sindrome da svapo segnalato in Missouri, nelle scorse ore sono stati segnalati altri possibili casi fatali. Undici sarebbero i morti associati alla sindrome, secondo quanto riferisce la Cnn. “Ci aspettiamo un numero sempre crescente di decessi perché alcune persone stanno riportando gravi infezioni polmonari”, ha riferito durante una conferenza stampa Anne Schuchat, vice direttore dei Cdc. “Più della metà dei casi ha meno di 25 anni”.
La sindrome da svapo
Al momento le autorità sanitarie hanno ammesso di non essere ancora in grado di individuare la causa (o le cause) esatta della sindrome da svapo, collegata a centinaia di ricoveri e ad alcuni decessi. Tra i casi più recenti, per esempio, quello di un uomo di 40 anni a St. Louis (Missouri) ricoverato per problemi respiratori, dopo aver cominciato a fumare sigarette elettroniche lo scorso maggio. Ricoverato il 22 agosto, l’uomo è poi deceduto mercoledì scorso. “Ha cominciato riportando una mancanza d’aria, e ha sviluppato poi quella che viene chiamata sindrome da distress respiratorio acuto (Ards)”, ha raccontato al New York Times Michael Plisco, pneumologo di terapia intensiva del Mercy Hospital di St. Louis. “Una volta che i polmoni sono danneggiati dallo svapo, non sappiamo quanto velocemente peggiorino e se questo dipende anche da altri fattori di rischio”. Sebbene ancora non si sappia quale sostanza stesse svapando, dai campioni di tessuto prelevati dai polmoni del paziente è emersa la presenza di cellule “macchiate” di olio. Alcuni prodotti, spiegano gli esperti, includono oli che se inalati possono “attaccarsi” ai polmoni e alle vie respiratorie e causare infiammazioni acute.
L’epidemia della sindrome da svapo
Dalla metà di agosto, quando le autorit hanno riferito per la prima volta che alcune persone erano affette dalla sindrome da svapo, il numero di casi è salito in poco tempo e non si è ancora riusciti a identificare una causa. Tanto che, data anche la crescente popolarità delle sigarette elettroniche tra gli adolescenti americani (che secondo le ultime stime è raddoppiata rispetto al 2017), alcuni stati hanno proposto il divieto delle sigarette elettroniche aromatizzate. Da pochi giorni, per esempio, anche lo stato di New York, dopo il Michigan, ha vietato la vendita di sigarette elettroniche aromatizzate e altri prodotti di svapo, ad eccezione degli aromi al mentolo e tabacco. In questo clima di preoccupazione e incognite anche il Ceo di una delle grandi aziende di sigarette elettroniche, Juul, si è dimesso nelle ore scorse.
E-cig per inalare Thc?
Lo svapo comporta l’inalazione via aerosol di alcuni composti, come nicotina e aromi, ma le e-cig possono essere usate anche per inalare Thc, ovvero l’ingrediente psicoattivo della cannabis, miscelato con solventi o altre sostanze. Secondo i Cdc molte persone che si sono ammalate hanno utilizzato prodotti a base di Thc, alcuni comprati per strada, anziché rivolgersi ai rivenditori autorizzati negli Stati in cui la marijuana ricreativa o medica è legale. Rimane difficile però identificare la causa dell’epidemia, un prodotto o una sola sostanza indiziata, anche considerato che, precisano le autorità, i pazienti hanno riferito di usare sia Thc, Thc e nicotina e alcuni solo la nicotina.
Secondo alcuni però per il governo statunitense il problema deriverebbe in gran parte proprio dall’uso di prodotti illegali di svapo associati al Thc, esonerando così (almeno in parte) le sigarette elettroniche. “La Fda ha l’autorità di vietare la vendita del liquido a base di Thc, anche negli Stati in cui la marijuana ricreativa è legale. O di vietare le vendite che includono solventi diversi da quelli noti per essere sicuri”, ha commentato Eric Lindblom, esperto di politica del tabacco presso la Georgetown Law School ed ex consulente della Fda.
Bisogna capire cosa fa ammalare le persone
La mancanza di risposte da parte della comunità scientifica ha suscitato preoccupazione tra i consumatori, politici e gruppi industriali. Al momento 80 esperti dei Cdc, in collaborazione con la statunitense Food and Drug Administration (Fda), stanno lavorando per capire e individuare la causa della sindrome da svapo. Per ora, suggeriscono gli esperti, il consiglio da seguire è quello della massima cautela: non svapare affatto.
L’Fda parallelamente ha appena avviato un’indagine penale sull’epidemia, ma sarebbe prematuro intraprendere ulteriori azioni fino a quando non “avremo risposte a queste domande”, ha ridabito Mitchell Zeller, direttore del Centro per i prodotti del tabacco della Fda. “Ci sono più composti nelle miscele di svapo, tra cui la vitamina E acetato e altri additivi”. L’indagine, sottolinea l’esperto, non intende perseguire le persone che usano prodotti illegali: “L’obiettivo è quello di identificare ciò che sta facendo ammalare le persone”.