Dopo aver dismesso i siti di produzione, prosegue il piano per eliminare l’arsenale chimico della Siria, con la partenza, dal porto di Latakia, della prima nave carica di armi chimiche. Imbarcazione danese scortata da navi da guerra russe, norvegesi e cinesi, che punta verso l’Italia, in un porto ancora sconosciuto. Qui, come racconta la Bbc, il carico verrà quindi trasferito su una nave della marina militare americana e quindi diretto verso acque internazionali per la sua distruzione. A coordinare la missione di smaltimento sono le Nazioni Unite e l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, premiata nel 2013 Nobel della pace.
Come dichiarato dalle Nazioni Unite stesse, non si sa di quali sostanze chimiche stiamo parlando (vengono solamente chiamati “materiali chimici prioritari” riferendosi a quelli stipati nei container), ma certo è che quello cominciato ieri rappresenta un successo internazionale nel tentativo di eliminare l’arsenale chimico siriano, come ha commentato anche il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon.
Dopo la partenza del primo carico (del quale per ora si sa solo che proviene da due siti siriani e neanche quale percentuale dell’arsenale totale – circa 1.300 tonnellate – rappresenti), il processo di allontanamento dell’arsenale chimico dalla Siria continuerà. Il carico partito ieri, diretto in acque internazionali, aspetterà qui infatti l’arrivo di altri carichi, insieme ai quali verrà distrutto attraverso meccanismi di idrolisi in un impianto costituito da una tanica di titanio.
Si tratta di una sorta di laboratorio portatile per la scissione delle armi chimiche tramite calore e sostanze come candeggina e idrossido di sodio in composti meno dannosi, da smaltire quindi in impianti commerciali per il trattamento di rifiuti pericolosi. Questo laboratorio portatile – in grado di digerire fino a una ventina di tonnellate di materiale pericoloso al giorno – verrà alloggiato sulla nave americana Cape Ray.
Le attività di smantellamento e distruzione avrebbero dovuto cominciare entro il 31 dicembre, ma la guerra, il maltempo, e i problemi tecnici hanno allungato le operazioni, come ricorda il Guardian. Entro giugno però l’eliminazione dell’arsenale siriano dovrà essere completata.
Via: Wired.it
Credits immagine: U.S. Embassy Tel Aviv/Flickr