Samsung ha lanciato un progetto internazionale per creare nuovi modelli di apprendimento digitale ed esempi di buone pratiche da condividere. Che non significa limitarsi a dotare le classi di tablet e software, ma tentare di sviluppare piattaforme e ambienti di lavoro che rispondano – e in modo dinamico – alle richieste che giungono ogni giorno dal basso: da chi è seduto dietro le cattedre e dietro i banchi di scuola.
Il nome dell’iniziativa, partita ufficialmente lo scorso 20 giugno, è Smart Future. Samsung Electronics Italia ha riunito intorno a un tavolo professionisti del mondo dell’educazione e dell’informazione e docenti – tra cui spicca il nome di Dianora Bardi, la professoressa di Latino del Liceo Scientifico Lussana di Bergamo che ha dato vita al progetto A scuola con l’iPad e gli ebookreaders, e i fondatori del Centro Studi ImparaDigitale – e ha cominciato a tracciare le tappe del percorso.
Il “roadshow” si svilupperà durante il triennio 2013-2015 e coinvolgerà gli studenti di 300 scuole (50 già entro la fine di quest’anno) di tutte le Regioni italiane. Si comincerà con la Lombardia e il Lazio, e si continuerà dando la precedenza alle scuole del Sud. La fascia di età degli studenti deve ancora essere decisa: è probabile che si parta con i ragazzi tra i 6 e i 16 anni. Le classi verranno dotate di tecnologie digitali, verrà fornita loro assistenza continua, banda larga e soluzioni software, e verranno organizzati corsi di formazione per i docenti.
Per il colosso coreano si tratta di mettere a disposizione della collettività competenze e strumenti (Creating shared value): a livello internazionale, l’obiettivo è quello di creare degli “esempi eccellenti”, fare ricerca sui nuovi metodi di insegnamento e sperimentare la continua implementazione delle soluzioni hi-tech.
Un terzo aspetto del progetto prevede infatti una riflessione approfondita sulla didattica digitale: da settembre sarà operativo l‘Osservatorio nazionale sui media digitali a scuola, realizzato insieme all’Università Cattolica di Milano. “Se inserite nella scuola con un corretto processo di guidance le tecnologie possono destabilizzare le vecchie pratiche, favorendo l’innovazione e la riduzione del gap di cultura tra scuola e sistema sociale”, conclude Pier Cesare Rivoltella, docente di Didattica e Tecnologie dell’istruzione presso l’ateneo milanese, e membro del board di Smart Future.
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