Anche se le temperature sono ancora piuttosto elevate siamo ormai alla coda dell’estate. Se ne va la stagione del caldo, delle lunghe giornate, delle passeggiate in montagna, dei bagni al mare, e dell’abbronzatura, spesso anelata e sfoggiata con un certo orgoglio. Eppure l’abbronzatura di per sé non sarebbe qualcosa di cui far sfoggio, è di fatto un meccanismo con cui il corpo di protegge dagli effetti nocivi del sole. Ma ancora non lo abbiamo compreso, no. Ce lo ricorda uno studio presentato al congresso dell’European Academy of Dermatology and Venereology (Eadv), in corso a Milano fino a domani che dice, senza troppi giri di parole, come crediamo ancora troppo ai miti del sole. Il sole invece non fa bene alla pelle, fa invecchiare ed è un fattore di rischio importante per i tumori della pelle.
I dati portati a Milano infatti parlano da sé: l’abbronzatura è ritenuta “sana” per il 73% degli europei, in molti (il 62%) si proteggono regolarmente quando si espongono al sole, ma il 10% non lo ha mai fatto, e solo la metà crede che proteggersi serva anche in caso di tempo nuvoloso. I ricercatori hanno poi mostrato alcuni dati sulle differenti percezioni e comportamenti tra europei e non europei: mostrano per esempio che se i primi usano più le creme dei secondi (circa 10 punti percentuali in più), sono meno avvezzi a seguire comportamenti adeguati. Per esempio stanno meno all’ombra (73% contro l’80%) e usano meno protezioni come il cappello all’aperto (lo fa il 51% contro il 57%). Il 24% degli euroepi inoltre (e il 21% dei non europei) crede che sia sicuro esporsi senza protezione se abbronzati.
Al di là dei numeri spiccioli, il significato dello studio è che le campagne di sensibilizzazione per la protezione dai rischi del sole servono, anche se possono sembrare ridondanti. Anche fuori stagione, anche per le persone più a rischio e che si crede abbiano ricevuto il messaggio: lo studio mostra infatti che il 72% di queste reputa l’abbronzatura sana, contro il 62% di chi non ha mai avuto tumori o problemi alla pelle. E solo in Europa si stimano oltre sette milioni di tumori legati alla pelle. “Il pubblico deve comprendere che serve proteggere la pelle tutto l’anno, anche in caso di tempo nuvoloso – ha commentato Thierry Passeron dell’ospedale universitario di Nizza, a capo dello studio – una volta applicata la crema solare, questa deve essere riapplicata ogni due ore per assicurare una sufficiente protezione. Altre abitudini fotoprotettive sono misure come indossare occhiali da sole, cappello, vestiti protettiti così come cercare l’ombra quando possibile”.
Riferimenti: EADV
Credits immagine: Herbert Goetsch on Unsplash