Immagini tridimensionali trasmesse da microscopiche sonde (della grandezza di un capello umano) potrebbero rivoluzionare gli esami endoscopici. Finora, la rigidità degli endoscopi e la qualità inadeguata delle immagini da essi trasmesse ne hanno infatti limitato l’applicazione.
Su Nature di questa settimana i ricercatori del Massachusetts General Hospital di Boston descrivono il prototipo di un nuovo endoscopio miniaturizzato, il primo a generare immagini tridimensionali ad alta definizione. Dvir Yelin e i colleghi hanno utilizzato una sola fibra ottica (al posto dei convenzionali fasci), scomponendo la luce nei suoi colori originari, ognuno dei quali permette di illuminare una porzione diversa del tessuto interno. I segnali luminosi sono stati quindi registrati e l’intensità dei vari colori decodificata con uno spettrometro, che analizza le lunghezze d’onda della luce.
Questa tecnologia, chiamata “spectrally encoded endoscope” (SEE), genera immagini con un numero di pixel dieci volte superiore a quelle degli altri endoscopi miniaturizzati. Le caratteristiche avanzate del dispositivo permetteranno più sicurezza durante operazioni delicate, diagnosi più precise e procedure meno invasive. (m.r.)