A tutt’oggi stabilire perché, come e quando un metodo discusso, bocciato quasi universalmente dalla comunità scientifica e sulla cui validità e fondatezza ci sono più dubbi che certezze, sia entrato in un ospedale pubblico è ancora difficile. Il metodo di cui parliamo è ovviamente quello di Stamina (stasera al centro anche della puntata di Presa Diretta) e il nosocomio quello degli Spedali Civili di Brescia: un trattamento privo di basi scientifiche da un lato e una struttura pubblica dall’altro. Legati a quanto pare grazie all’intervento di personaggi illustri, malati eccellenti, pazienti raccomandati.
Il caso Brescia sarebbe stato possibile grazie all’interessamento di malati particolari. Nella lista dei primi a usufruire del trattamento infatti figurerebbero due nomi su tutti: Luca Merlino, direttore Vicario sella sanità lombarda, e il cognato della direttrice sanitaria dell’ospedale, Ermanna Derelli, come racconta oggi La Stampa.
A svelare il ruolo che questi avrebbero avuto nella vicenda è lo stesso Mario Andolina, vicepresidente di Stamina, nell’intervista rilasciata a Presa Diretta in onda questa sera: “A Brescia c’era un interesse di importanti personaggi di vedere curati se stessi e i propri congiunti. Un dirigente della Regione Lombardia aveva un problema, una malattia neurologica progressiva. Ha pensato che potevamo curarlo e ha favorito l’ingresso del nostro metodo negli Spedali di Brescia. Anche i dirigenti locali avevano qualche fratello, cognato o marito da curare, col morbo di Parkinson. Abbiamo perciò deciso di curare prima i raccomandati, così poi saremmo riuscire a far entrare i nostri bambini”. È l’ottobre del 2011 quando Vannoni e Andolina riescono a farsi aprire le porte degli Spedali Civili di Brescia, spacciando il proprio metodo come cura compassionevole e per qualche mese, fino all’ordinanza dell’Aifa del maggio del 2012.
E i diretti interessati? Per ora negano di aver avuto un qualche ruolo nel far entrare Vannoni & Co nella struttura sanitaria – “in questa vicenda sono solo un paziente e come tale vorrei venire trattato” avrebbe detto Merlino – oppure eludono le risposte, come ha fatto la Derelli.
Ma la questione raccomandati non è solo l’unica, ennesima, ombra sul metodo Stamina. In un’intervista a Riccardo Iacona infatti Beatrice Lorenzin torna sui protocolli consegnati da Vannoni al ministero, che potrebbero essere diversi da quelli in uso agli Spedali Civili di Brescia: “Se fosse vero che Vannoni e i suoi ci hanno dato un protocollo diverso da quello utilizzato a Brescia ci sarebbero gli elementi per una truffa allo Stato. Sarebbe un atto gravissimo che tradisce il Parlamento. È più che grave, è inaccettabile. È una presa in giro nei confronti di tutto il popolo italiano contro la quale ci rivarremo sicuramente”.
Via: Wired.it