Un giudice che autorizza un indagato (Marino Andolina) a proseguire con le infusioni su un piccolo paziente, trattato con il discusso metodo Stamina. Tutto nel clima di condanna quasi universale che ha ricevuto dalla comunità scientifica l’intera vicenda. Come è possibile che tribunali e scienza viaggino su binari così distanti? Dei cortocircuiti tra magistratura e ricerca, si è parlato ieri a Roma, nel corso dell’incontro dal titolo “Aspetti di metodo scientifico a partire dal caso Stamina”,organizzato dalla Scuola Superiore di Magistratura – Sezione Lazio, insieme al Gruppo 2003 per la ricerca scientifica. Galileo ha approfondito il tema con uno dei relatori, Amedeo Santosuosso, magistrato e docente di diritto, scienze e nuove tecnologie presso Università di Pavia.
Quali sono i problemi di fondo nel rapporto tra magistratura e scienza?
“Uno dei punti cruciali della questione è che i giudici non maneggiano alcune caratteristiche fondamentali del ragionamento scientifico, come il carattere probabilistico. Un medico non dirà mai che un trattamento funziona al 100%, ma parlerà di alta probabilità in base alle conoscenze scientifiche del momento. Il giudice, invece, si rivolge a scienziati, pretendendo una risposta precisa e definita. E da qui nascono equivoci ed errori”.
Quali equivoci ed errori?
“Ad esempio, il fatto che i giudici confondano il diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, con il diritto ad avere delle cose. Nel caso Stamina in alcuni provvedimenti si è tenuto conto che il paziente stava male, non aveva speranze, non c’erano cure e valeva quindi la pena provare un metodo, anche se non sicuro. Ma la scienza non funziona così e pure la Corte Costituzione si è espressa in modo chiaro: diritto alla salute significa entrare in relazione col mondo medico scientifico, ma rispettando e accettando metodi e regole di quel mondo”.
Qualcosa di simile avvenne a suo tempo con la terapia Di Bella?
“Non molto, per vari motivi. In quell’occasione la Corte Costituzionale aveva sancito che chiunque avesse il diritto di sottoporsi a quel tipo di trattamento, poiché c’era una legge che permetteva la sperimentazione, poi fortunatamente modificata. Nel caso Stamina, invece, la compromissione costituzionale è stata maggiore, a cominciare dal Ministero della Salute e dall’Ospedale civico di Brescia, unico ad aver permesso le cure. Diverse sono state anche le reazioni nel mondo scientifico: quindici anni fa si creò una spaccatura tra chi difendeva la chemio e chi promuoveva la cura Di Bella. E chi era contrario alla terapia non si mostrò molto comprensivo nei confronti dei malati”.
Dunque, anche gli scienziati ebbero le loro colpe.
“Esatto. Invece per Stamina la comunità medico-scientifica è stata molto compatta”.
Dopo quanto è successo con Stamina, come è possibile evitare che si ripetano errori simili?
“È importante che i magistrati capiscano che non ci si può sostituire alla scienza, nemmeno impugnando l’articolo 32 della Costituzione. Perché il diritto alla salute non si tutela con provvedimenti avventurosi, ma scrutinando le ragioni scientifiche. Il giudice deve, sì, rimanere indipendente e non prendere ordini per decidere le cause, ma non può farlo senza tener conto della conoscenza scientifica disponibile. Per questo vanno incrementate sempre di più le occasioni di incontri e riflessioni. Perché ogni magistrato impari i criteri per orientarsi, ragionare e decidere, senza essere indipendenti dalla razionalità scientifica”.
Credits immagine: ssalonso/Flickr
…e alcuni scienziati non possono avere la pretesa di sostituirsi al libero arbitrio delle persone!..Dio ci lascia libero arbitrio..gli scienziati NO, gli scienziati vogliono che vi vacciniate, gli scienziati vogliono fondi sulla fiducia, gli scienziati odiano stamina disprezzano chi ha l’ardire di promuovere alimentazioni salutari censurano i loro colleghi che criticano metodiche superate come la sperimentazione animale, ecc ecc!
Mi chiedo se la prossima tirannia che l’umanità vivrà sarà quella dei camici bianchi…
Libertà di curarsi con qualsiasi cosa va bene, ma solo con metodi con una base scientifica e che siano metodi validati dagli scienziati. Non possiamo pretendere di guarire con metodi non riconosciuti scientificamente e quindi potenzialmente pericolosi per il paziente stesso. Nessun scienziato “odia” stamina. Prima di tutto perché stamina non è un metodo riconosciuto dalla comunità scientifica. Secondo, perché stamina gioca al di fuori delle regole autoimposte dagli stessi scienziati.
Forse cassandra vorresti che la scienza sia insegnata da un meccanico o da un pilota di formula uno? Mi dispiace ma non funziona così. Gli scienziati vogliono che la gente si vaccini per evitare che sempre più persone si ammalino di malattie terribili come il Vaiolo (che è stato sconfitto) o dalla Polio (in alcuni paesi sta ritornando…per colpa di gente come te che vorrebbe che i vaccini fossero vietati).
Nessun scienziato ha mai censurato i suoi “colleghi” (la maggior parte dei anti-sa non sono nemmeno degli scienziati e non hanno nemmeno una pubblicazione all’attivo) sulla sperimentazione animale. Non so in quale pianeta tu viva, ma stai raccontando un bel po’ di balle.
Cassandra, Lei confonde il libero arbitrio, che è la possibilità di scegliere se voler fare o non fare una determinata cosa, e la possibilità di fare la medesima. Se lei, per assurdo, volesse uscire per strada e mettersi a schiaffeggiare i passanti, questo glielo consentirebbe il libero arbitrio, e nessuno potrebbe impedirle di voler fare una cosa del genere. Al tempo stesso, indubbiamente, molti avrebbero a ridire sul fatto di essere presi a ceffoni e cercherebbero di impedirglielo… applicando il loro libero arbitrio.
Inoltre, sembra che lei abbia una strana idea degli scienziati… come se si trattasse di chissà quale fantomatica società segreta intenta a complottare contro l’umanità. Non le viene in mente che in realtà non si tratti – semplicemente – di persone? Persone che avendo acquisito delle conoscenze ed impegnandosi di persona ad acquisirne di nuove, tentano di migliorare la nostra breve – ma intensa – permanenza in questo mondo?
Che, al contrario di quanto lei afferma, non si sognano neppure di disprezzare chi promuove alimentazioni salutari (a patto che lo siano, forse lei si riferisce ad alimentazioni che salutari non sono poi tanto!), né pretendono fondi sulla fiducia, visto che, al contrario di qualcun altro, per ottenere finanziamenti per le proprie ricerche devono sottoporre a controllo i dati dei propri esperimenti.
Lei poi definisce come superate metodiche come la sperimentazione animale. La cosa mi sorprende, dato che – a quanto mi risulta – ad oggi sia la sperimentazione in vitro, che i metodi di simulazione informatici, sono metodi complementari che non sono in grado di sostituirla. E se vogliamo proprio dirla tutta, lo sa lei chi si impegna, oggigiorno, a lavorare affinché la sperimentazione animale possa essere sempre meno utilizzata?
Sono proprio gli scienziati che lei tanto disprezza.
Non certo le associazioni animaliste, che pare non ci spendano un centesimo (su questo le dò il beneficio del dubbio, ma provi pure a chiedere che percentuale dei MILIONI di euro che raccolgono annualmente sia destinato allo sviluppo di metodi alternativi).