Se da una parte negli ultimi anni è aumentato il numero di persone colpite da sclerosi multipla nel mondo, dall’altra stanno migliorando le conoscenze sulle cause della malattia e continua la ricerca di terapie sempre più efficaci. Risultati promettenti emergono ad esempio da un recente studio coordinato dal St. Luke’s Medical Center, negli Stati Uniti, e condotto su un numero ristretto di pazienti affetti dalla forma più comune di sclerosi multipla, quella recidivante-remittente, caratterizzata da un’alternanza di episodi clinici e periodi di recupero parziale o totale. Trattati con terapia immunosoppressiva ad altro dosaggio e sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche, a tre anni di distanza la maggioranza dei pazienti mostrano una remissione duratura della malattia e un miglioramento significativo delle funzioni neurologiche prima compromesse. Il lavoro è stato pubblicato online sulla rivista Jama Neurology.
Scopo della ricerca era quello di tentare di ripristinare il corretto funzionamento del sistema immunitario dei pazienti, dal momento che sono proprio le difese immunitarie a causare le lesioni alle cellule nervose tipiche della malattia. Per farlo, i ricercatori hanno sottoposto ad una terapia immunosoppressiva e ad un autotrapianto di staminali ematopoietiche 24 pazienti, la maggioranza dei quali, oltre a presentare un miglioramento dei sintomi neurologici e della qualità della vita, non ha mostrato ricadute.
Secondo Richard A. Nash, primo autore dello studio, il trapianto di staminali ematopoietiche potrebbe quindi rappresentare “un’opzione terapeutica potenziale per i pazienti con sclerosi multipla nei quali l’immunoterapia convenzionale fallisce, ma anche per le persone colpite da altre malattie gravi del sistema nervoso centrale immunomediate”. Tuttavia, come precisa un editoriale che accompagna lo studio, nonostante i risultati positivi i ricercatori non avrebbero dimostrato di essere riusciti a “resettare” il sistema immunitario dei loro pazienti. Serviranno quindi ulteriori ricerche per dimostrare l’appropriatezza del trapianto di staminali ematopoietiche come terapia efficace per la sclerosi multipla.
Riferimenti: Jama Neurology DOI: 10.1001/jamaneurol.2014.3780
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