Un piccolo generatore di impulsi elettrici a batteria impiantato sotto cute come cura per le patologie infiammatorie, come l’artrite reumatoide. È l’ultima promessa della medicina bioelettronica, un approccio terapeutico innovativo basato sulla modulazione dell’attività elettrica del sistema nervoso attraverso nano-dispositivi impiantati sui nervi dei pazienti. A suggerirlo sono i risultati di uno studio clinico, condotto dai ricercatori olandesi e americani e pubblicato su Pnas che dimostra l’efficacia della stimolazione elettrica del nervo vago per alleviare i sintomi dell’artrite reumatoide.
L’artrite reumatoide è la forma più comune di artrite autoimmune, e agisce soprattutto sulle articolazioni, portando a una progressiva erosione dell’osso e della cartilagine, con conseguente grave disabilità. In Italia i malati di artrite reumatoide sono circa 400.000 di cui 5.000 in forma grave.
Inibire la risposta infiammatoria, responsabile del dolore cronico e della degenerazione associata alla malattia, è lo scopo principale dell’attuale terapia farmacologica. Questa interferisce con la produzione di molecole infiammatorie, le citochine, ma è oggi molto costosa e talvolta inefficace.
Nello studio, i ricercatori hanno utilizzato un dispositivo bio-elettronico impiantato chirurgicamente sul nervo vago, il nervo che dal tronco encefalico si irradia fino all’addome, coinvolto nella risposta infiammatoria. L’attività del generatore è stata poi controllata a distanza. L’accensione del dispositivo ha prodotto l’inibizione della produzione di citochine e una sostanziale attenuazione dei sintomi della malattia nei 18 partecipanti allo studio, anche in coloro che non avevano risposto al precedente trattamento farmacologico, inclusi i farmaci biologici.
“Questo trattamento può essere applicato anche ad altre patologie infiammatorie, come il morbo di Chron, l’Alzheimer o il Parkinson” affermaPaul P. Tak dell’Università di Amsterdam, autore principale dello studio. “Credo che questo studio cambierà la medicina moderna, perché ci dice che il sistema nervoso può, da solo e se opportunamente stimolato, produrre i farmaci che servono al nostro corpo per curarsi” aggiunge Kevin J. Tracey, co-autore dello studio e presidente del Feinstein Institute for Medical Research di New York.
Riferimenti: Pnas doi: 10.1073/pnas.1605635113