Nuraghe Sirai di Carbonia, Sardegna sud occidentale: è lì che nel VI secolo a. C. la civiltà fenicia difese con successo la propria indipendenza dagli attacchi delle armate cartaginesi. Sfruttare l’imponente Nuraghe significò la salvezza: la sua posizione strategicamente essenziale lo rese baluardo insormontabile e consentì una delle poche vittorie fenicie contro gli assalti cartaginesi. E “dagli scavi condotti sino ad ora, possiamo affermare con assoluta certezza che la città di Sulky rappresenta l’agglomerato urbano fenicio più antico della Sardegna”, spiega Piero Bartoloni, coordinatore dei lavori di scavo che il Consiglio Nazionale delle Ricerche sta conducendo nell’area di Sulcis con una task force di archeologi provenienti da tutto il mondo.
Un avamposto fenicio
Almeno per qualche tempo, l’agglomerato urbano di Sulky rimase intatto e fu in grado di continuare la sue attività commerciali con i porti del Mediterraneo Occidentale diffondendo l’alfabeto e la storia scritta fra i popoli di quell’area. Intanto, poco più a est, era da poco nata Roma… Potrebbe sembrare un racconto epico, e invece, dagli scavi tutto emerge chiaramente come fatto storico. Sulky, attuale Sant’Antioco nel Sud-Ovest della Sardegna, risale all’VII secolo a. C.
Ancora più straordinario, quindi, è il valore storico della fortificazione nuragica che ne permise la preservazione: per questo motivo il Cnr, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano, ha predisposto ulteriori scavi nell’area. Gli archeologi sperano così di portare alla luce quanto più possibile per ricostruire con esattezza la storia del gigante che fu l’ultimo difensore della civiltà fenicia in Sardegna. (f.d.g.)