Tag: ricerca sul cancro
Soluzione nei reni?
L’Italia insegue gli Usa
E’ italiano il gene del neuroblastoma
Lo chiamano il tumore dei bambini: si sviluppa in tenerissima età, colpisce il sistema nervoso e non dà scampo. Ora Antonio Iavarone e Anna Lasorella, ricercatori italiani trasferiti all’Albert Einstein College of Medicine di New York, hanno scoperto che la terribile malattia è scatenata da un difetto genetico che provoca una sovrapproduzione di proteina Id2 e scardina il meccanismo di difesa dell’organismo. Lo studio, pubblicato su Nature, apre nuove possibilità per la ricerca di una cura contro il neuroblastoma, come ha spiegato la stessa Anna Lasorella a Galileo
“Fateci studiare la chimera killer”
Potrebbe essere una speranza in più per la cura dei tumori, se solo ci fossero i soldi per continuare la sperimentazione. E’ questo il cruccio di un gruppo di ricercatori italiani che da circa sette anni sta lavorando alla sintesi di una “chimera killer”. Una proteina umana che fusa a una tossina sarebbe in grado di aggredire selettivamente le cellule tumorali. I risultati finora raggiunti sono stati illustrati integralmente sul Faseb Journal. Galileo ne ha discusso con Serena Fabbrini, ricercatrice del Dipartimento di Biotecnologie del San Raffaele di Milano e coautrice dello studio
Un’idea in fondo al mare
Gli scienziati sono cauti: ma la scoperta potrebbe rivelarsi preziosa nella messa a punto di una nuova terapia anticancro. Chiave di tutto è la diatomea, un’alga monocellulare, accusata di avvelenare le uova dei copepodi, i microrganismi che se ne cibano. L’équipe di biologi marini di Napoli, Avellino e Trieste, che ha scoperto le proprietà killer della diatomea, ha annunciato un risvolto sorprendente della ricerca: le sostanze presenti nell’alga potrebbero inibire lo sviluppo delle cellule tumorali. Galileo ha intervistato Antonio Miralto, uno dei ricercatori che ha partecipato allo studio
Endostatina, ora tocca all’uomo
Comincerà nel settembre prossimo, negli Stati Uniti, la sperimentazione dell’endostatina sugli esseri umani. E a gennaio del 2000 toccherà all’angiostatina. Obiettivo: testare la tossicità delle due sostanze, che nei topi sono riuscite a bloccare i tumori arrestando il processo di formazione di nuovi vasi sanguigni. Judah Folkman, lo scienziato di Harvard che le ha individuate, ha incontrato la stampa nei giorni scorsi a Roma. E ha sottolineato che, probabilmente, gli inibitori dell’angiogenesi non sostituiranno le terapie già esistenti. Ma le affiancheranno
Cellule suicide con survivin
E’ un punto di svolta nello studio dei meccanismi che regolano il suicidio cellulare. E’ la ricerca condotta da Dario Altieri, dell’università di Yale, e da Pier Carlo Marchisio, dell’Istituto San Raffaele a Milano. I ricercatori hanno individuato una proteina, “survivin”, che evita il suicidio delle cellule destinate a vivere, spingendo alla morte quelle che devono essere eliminate. Lo studio apre prospettive inedite per la cura dei tumori o del morbo di Alzheimer