Taglio emissioni, imperativo Ue

Un taglio delle emissioni dei gas ad effetto serra del 30 per cento entro il 2020, con l’impegno a ridurre non meno del 20 per cento tali emissioni rispetto al livello del 1990. È questa la richiesta della Commissione europea ai paesi membri. Si tratta della proposta centrale di un pacchetto presentato ieri, in dodici documenti, a Bruxelles, con l’obiettivo di pianificare una nuova politica energetica per combattere i cambiamenti climatici, rafforzare la sicurezza energetica e la competitività dell’Ue. Il cuore di tali ambiziosi obiettivi punta a creare un vero mercato interno dell’energia e si riassume nel raggiungimento di un accordo a livello internazionale sul regime applicabile dopo il 2012.
L’Europa è di fronte a problemi reali come mostrano i dati del rapporto messo a punto dai commissari all’energia: c’è infatti il 50 per cento di probabilità che in questo secolo le temperature aumentino di cinque gradi. Si stima, inoltre, che nel 2030 la dipendenza dell’Ue dalle importazioni di energia passerà dal 50 al 65 per cento.
La manovra energetica, secondo il presidente della Commissione Ue Jose Manuel Barroso, è un segnale chiaro sul futuro del pianeta e sul desiderio di dare una vita decente alle generazioni future. “Dobbiamo agire oggi per delineare il mondo di domani”, ha detto Barroso. La ricetta della Commissione per abbassare drasticamente le emissioni di carbonio passa attraverso un mix di fonti energetiche, che vede al primo posto le fonti rinnovabili (eolico, solare, biogas, biodiesel). La Commissione ha fissato che entro il 2020, il 20 per cento dell’energia prodotta sia energia pulita e che la quota di biocarburanti dovrà salire almeno al 10 per cento. La completa liberalizzazione del settore dell’energia potrà aiutare a perseguire questi obiettivi, e offrire benefici ai cittadini e all’ economia europea. (c.q.)

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