Il futuro dei taxi potrebbe vedere protagonisti veicoli automatici a trazione elettrica. Una innovazione potenzialmente in grado di abbattere le emissioni di gas serra e ridurre il traffico in città. Ne sono convinti gli scienziati dell’università americana di Berkeley che hanno affermato che ai vantaggi ambientali si affiancherebbero anche benefici economici. L’analisi è stata pubblicata lo scorso 6 luglio sulla rivista Nature Climate Change.
Quello delle macchine a movimento autonomo è un progetto in corso di sviluppo da parte di numerose aziende, Google compresa. Uno degli aspetti particolarmente interessanti è l’adattabilità della flotta circolanti alle precise esigenze degli utenti. Il sistema dei taxi robotizzati deve essere pensato come la componente operativa di una infrastruttura informatica molto ampia gestita da un punto di controllo centrale che coordina gli spostamenti delle vetture e che riceve le richieste da parte degli utenti.
Conoscere nel dettaglio la richiesta significa poter fornire una risposta adeguata alle esigenze di carico, di persone o di bagagli. “Negli Stati Uniti”, ha spiegato Jeffery Greenblatt, uno dei firmatari della ricerca, “la maggior parte delle chiamate ai taxi tradizionali vengono effettuate da persone che viaggiano da sole, o in compagnia di un’altra persona, portando con sé nulla o un bagaglio molto piccolo. Ciò vuol dire che i veicoli potrebbero essere riprogettati per queste esigenze, riducendone di molto le dimensioni. In questo modo i mezzi, tra le altre cose, avrebbero bisogno di meno energia per muoversi e di meno risorse per essere costruiti”.
In caso di bisogno, comunque, il sistema potrebbe prevedere la presenza di veicoli più grandi per accogliere più persone. Il controllo centralizzato dei taxi, inoltre, potrebbe pianificare l’invio di mezzi, con la stessa destinazione, che potrebbero imbarcare più utenti lungo il percorso, ottimizzando corse, efficienza generale del sistema e riducendo ulteriormente il traffico. Secondo gli autori della ricerca, utilizzando queste strategie, ipotizzando l’introduzione sul mercato statunitense di 800.000 taxi elettrici a guida autonoma, potrebbe essere possibile risparmiare circa sette milioni di barili di petrolio ogni anno. I gas serra provenienti da autotrasporto potrebbero inoltre essere tagliati di circa 2,4 milioni di tonnellate ogni anno.
Ulteriori ricerche sono ora in corso in pianificazione per comprendere più a fondo altri aspetti di questo tema, soprattutto per quanto riguarda la degradazione delle batterie, l’ottimizzazione del design dei veicoli e la messa a punto di una simulazione realistica dei movimenti dei taxi robotizzati nel concreto contesto del traffico di un’area metropolitana.
Credits immagine: Roy Kaltschmidt/Berkeley Lab
Riferimenti: Nature Climate Change doi:10.1038/nclimate2685
Anche se il tutto è fattibile,concretizzare la cosa mi sembra pura fantascienza condita con un pizzico di ingenuo ottimismo.
Articoli come questo mi ricordano l’atmosfera che si respirava dopo il primo allunaggio del 1969.
In quel periodo si era già dato per scontato che l’uomo in una trentina di anni sarebbe arrivato anche su Marte.
Spariranno un sacco di posti di lavoro …niente più autisti. Fateli elettrici, con il pilota, perlomeno si prendono 2 piccioni con una fava (posto di lavoro garantito ed emissioni zero) e sono anche più semplici da realizzare. Quale vantaggio (oltre solo a quello oneroso per il proprietario dei Taxi) si ottiene? La sicurezza? Tutta da vedere e da sperimentare, e poi non mi sembra che ci siano così tanti incidenti mortali causati dai taxi …e poi cosa facciamo corsie preferenziali per i taxi? Perché sarà ben difficile e poco sicuro avere un traffico promiscuo. “caro! Guarda uno di quei taxi senza autista! …Dove? …craassh!”