Nel mondo ogni 10 secondi una persona muore di tubercolosi (TB). Solo nel 1997, i decessi sono stati tre milioni e nei prossimi dieci anni si stima in trenta milioni il numero di morti causato da questa malattia. Il 95% dei nuovi casi di TB e il 98% dei decessi avvengono nei paesi poveri. Nel 1993, l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – ha lanciato l’allarme: cifre alla mano, ha dichiarato la TB urgenza mondiale, essendo questa malattia la prima causa di mortalità tra gli adulti.Una malattia infettiva il cui bacillo prospera tra i poveri ma insidia anche i ricchi. In Italia, nel 1997, sono stati registrati 5.374 casi; anche nel resto d’Europa, la malattia si è risvegliata.Perché?
* I malati di AIDS sono vittime privilegiate del bacillo di Koch: i sieropositivi hanno difese immunitarie molto deboli e quindi diventano facili vittime di malattie infettive come la TB. Nei paesi poveri, la recrudescenza della TB è legata primaditutto all’AIDS. Oggi, è la malattia mortale più frequente tra i sieropositivi.
* La povertà causa promiscuità e igiene e alimentazione insufficienti che diventano un ambiente privilegiato per la malattia. Quartieri sovrappopolati, povertà e malnutrizione sono fenomeni sempre più frequenti nei paesi del terzo mondo. Ma la povertà non è esotica: essa sta aumentando anche in Italia, in Europa, negli Stati Uniti. Ecco perché la TB, buona compagna della miseria, oggi minaccia anche i nostri paesi.
* La ricchezza, lo sviluppo scientifico non possono fare molto contro il bacillo di Koch perché la cura dei malati, che è lunga e complessa, non viene seguita da un sistema sanitario organizzato e rigoroso.
E questa è la terza causa di diffusione della malattia: alcuni paesi non hanno lottato e non lottano efficacemente contro la TB, permettendo la diffusione del contagio e lo sviluppo di forme che diventano resistenti ai trattamenti.
Raggi-x per la TB
Il bacillo della TB era stato individuato dal dott. Koch nel 1882. Esso si insedia nei polmoni, ne divora i tessuti creando delle cavità che si sviluppano lentamente. Scriveva la scrittrice neozelandese, Katherine Mansfield, morta di TB nel 1923: “è come avere un fuoco dentro … il mio vigore mi abbandona”.
La malattia annienta lentamente la persona, a colpi di febbre, di sudori notturni, di dimagrimenti, d’inerzia, di violenti colpi di tosse, a volte con sangue. Ne esistono due forme: una, molto contagiosa e mortale, l’altra con gli stessi sintomi ma non contagiosa. E’ possibile distinguerle solo con l’analisi dello sputo al microscopio. Se il bacillo è presente nella saliva, allora il malato è contagioso. Deve essere curato con urgenza perché può infettare fino a 15 persone – famiglia, vicini, passeggeri sull’autobus, colleghi, ecc.
La malattia si trasmette attraverso l’aria
I batteri della TB che il malato espelle nell’aria rimangono attivi per molte ore. Una volta sotto cura, il tisico smette di essere contagioso dopo al massimo due settimane. A quel punto, egli trasmette ancora il batterio ma le persone non svilupperanno la malattia. Il sistema immunitario di ognuno ha un ruolo importante: talvolta esso sconfigge tutti i germi senza aver bisogno di trattamento. La tubercolosi non è solo polmonare: il bacillo di Koch può infettare le meningi, i reni, il cervello, le ossa … queste forme non sono però contagiose.
L’attuale protocollo di cura contro la tubercolosi, conosciuto come DOTS – terapia di breve durata direttamente osservata – è costosa e complessa da gestire. Solo il 23% della popolazione mondiale ha accesso al DOTS. Inoltre, nuove forme di TB fanno la loro comparsa con preoccupante frequenza nell’Africa sub-sahariana, nell’Europa dell’Est e nel sud-est asiatico e sfuggono ai trattamenti attualmente disponibili.
Secondo un recente studio di MSF, un paziente su cinque nelle prigioni siberiane non reagisce positivamente al protocollo DOTS, suggerendo la presenza di TB multiresistente.
Il trattamento ottimale della TB multiresistente significa l’assunzione per 21 mesi di una combinazione di farmaci. Gli effetti collaterali di questi medicinali sono rilevanti e molti tra essi sono protetti da brevetti e estremamente costosi. Per i pazienti nei paesi poveri, c’è urgenza di un trattamento più pratico e accessibile.
Un malato di TB resistente agli antibiotici classici ha bisogno di un trattamento di seconda linea che combini almeno 5 antibiotici per una durata minima di 18 mesi. Questi antibiotici sono o vecchie molecole più o meno abbandonate a causa dei loro effetti collaterali, o nuovi antibiotici molto costosi.
Oggi, in Armenia, MSF può curare i suoi pazienti con un trattamento di seconda linea perché le équipe affrontano un numero limitato di casi. Il contesto cambia quando ci ritroviamo nella prigione di Marinsk, in Siberia, dove un malato su cinque, tra i 2mila che seguiamo, presenta una forma di TB multiresistente.
Per questo il progetto di “Accessibilità ai farmaci essenziali” si propone come obiettivo di mettere a disposizione dei progetti di MSF e di altre ONG degli antibiotici di seconda linea a un costo compreso tra 470 e 950 dollari. Questo obiettivo potrà essere raggiunto combinando delle azioni di partenariato con aziende farmaceutiche e l’identificazione di fonti di medicinali generici di qualità nei paesi come l’India.