Terremoto in Italia centrale, potrebbero esserci altre scosse

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(Foto via Ingv)

La terra nel Centro Italia continua a tremare. Ed è ancora presto per rilassarsi. Sono ormai oltre 48mila le scosse registrate dal 24 agosto 2016 (600 dal 18 gennaio), di magnitudo uguale o superiore a 2.

E anche se non si sono registrati eventi di sequenze sismiche di magnitudo uguale o maggiore di 4.0, come riporta l’ultimo aggiornamento del 21 gennaio scorso, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, non ci dovrebbe sorprendere se si verificasse nelle zone già colpite una scossa di magnitudo pari o maggiore a quelle avvenute. “Non sappiamo quanta possa essere l’energia ancora da liberare, ma è più che legittimo dire che non è da escludere un evento più importante, ma non è possibile dire quando”, riferisce all’Ansa Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Sempre secondo gli esperti dell’Ingv, sono stati cinque i terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4, localizzati dalla Rete Sismica Nazionale, prevalentemente nell’area a sud tra le province de L’Aquila e Rieti. In queste zone, infatti, la sequenza continua a essere molto attiva, e più precisamente nelle zone di Montereale, Pizzoli, Capitignano, Campotosto, Cagnano Amiterno e nella provincia di Rieti, ad Amatrice.

Nella zona colpita il 18 gennaio scorso dai quattro terremoti di magnitudo superiore a 5 “si è riscontrata delle sismicità alla fine del 2009 e poi una sorta di lacuna tra questa zona e la parte più meridionale”, continua Doglioni.

“In questa zona di silenzio sismico era da attendersi che quel volume si sarebbe attivato, con quei 4 eventi. Ora non sappiamo quanta energia resti da liberare”.

Sempre dal 18 gennaio, invece, sono stati registrati circa 70 terremoti di magnitudo compresa fra 3 e 4, mentre resta a 7 il bilancio dei sismi di magnitudo compresa tra 4 e 5 e a 4 quelli di magnitudo maggiore o uguale a 5. La zona colpita, ha detto ancora il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, “è potenzialmente instabile perché gli elementi adiacenti si sono mossi di recente”, (ossia nel 2009), “sulla scala dei tempi geologica, sette anni sono un istante”. E anche per Alessandro Amato, sismologo dell’Ingv, “non sorprenderebbe se si verificasse una scossa di intensità pari o superiore a quelle avvenute”.

Via: Wired.it

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