Tessuti smart per contrastare la psoriasi

Non è un farmaco, ma un tessuto ipertecnologico l’ultima novità in fatto di psoriasi, una patologia che solo in Italia colpisce quasi 3 milioni di persone. Si chiama Tepso, è stato ideato da Giovanni Lo Scocco, primario del reparto di Dermatologia dell’Ospedale di Prato, ed è realizzato con un filato ad altissima densità che lo rende particolarmente liscio e resistente agli strappi. A realizzarlo il Gruppo Lenzi, un’azienda pratese specializzata in tessuti non convenzionali, che ha subito lanciato sul mercato una linea di abbigliamento e biancheria per uomo e donna.

I pazienti colpiti da psoriasi spesso riportano un peggioramento delle manifestazioni cutanee causate dalla patologia in seguito allo sfregamento degli abiti sulla pelle. Inoltre molti dei tessuti comunemente usati assorbono creme e unguenti terapici. Invece, la fluoro-fibra sintetica di cui è composto Tepso – usata finora per le suture chirurgiche e chimicamente simile al fondo delle padelle antiaderenti – lo renderebbe impermeabile a queste sostanze. Inoltre il tessuto sembra mantenersi sempre fresco, leggero e scivoloso. In questo modo diminuisce le irritazioni dovute allo strofinamento degli abiti sulla pelle e, dunque, le lesioni tipiche della psoriasi.

Fino a oggi Lo Scocco ha sperimentato pigiami, biancheria, magliette e calze realizzate con questo nuovo filato su un gruppo di pazienti con  vari gradi di psoriasi. “Grazie al nuovo tessuto” spiega il dermatologo, “tutti i pazienti hanno segnalato un sensibile sollievo della pelle malata e un’evidente miglioramento della qualità di vita”. A breve inoltre dovrebbe concludersi uno studio che ha coinvolto oltre alla Asl 4 di Prato anche altri centri specializzati tra cui il Centro Gised (Gruppo Italiano Studi Epidemiologici in Dermatologia) di Bergamo, la clinica universitaria di Tor Vergata a Roma, la fondazione San Raffaele di Milano.

3 Commenti

  1. “l’ultima novità in campo dermatologico per il trattamento della psoriasi”
    Come potrebbe mai un tessuto contrastare una malattia autoimmune?
    al massimo può dare sollievo
    il titolo ed il testo è fuorviante e non si addice ” ad un giornale di scienza”

  2. Gentile Roberto, ha ragione riguardo al testo. La frase da lei segnalata è effettivamente errata, in quanto non si può parlare di novità nel campo del trattamento. Per questo abbiamo provveduto a correggerla. Per quanto riguarda il titolo: contrastare si riferisce in realtà ad alcuni sintomi della malattia, e non alla malattia stessa. I titoli però devono avere lunghezze standard. E a volte possono peccare di precisione.
    cordialmente
    la redazione

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