Un nuovo test in grado di esaminare gli spermatozoi umani senza danneggiarli. A svilupparlo sono stati i ricercatori dell’Università di Sheffield, che raccontano su Molecular Human Reproduction come questa nuova tecnica possa migliorare notevolmente la diagnosi di infertilità maschile. Infatti, il nuovo test utilizza la cosiddetta spettroscopia a risonanza magnetica per esaminare le molecole nello sperma vivo, riuscendo a individuare gli spermatozoi buoni e quelli cattivi, permettendo inoltre che lo sperma esaminato possa essere utilizzato successivamente nei trattamenti di fertilità.
Una delle sfide più grandi della ricerca è stata quella di differenziare le molecole presenti negli spermatozoi e da quelle presenti nel plasma seminale, liquido in cui gli spermatozoi vengono eiaculati. Per riuscirci, il team di ricercatori si è servito di una tecnica di lavaggio dello sperma attualmente utilizzata per il trattamento della fiv: una centrifuga in grado di ridurre il rumore di fondo delle molecole nel plasma seminale fino a un punto in cui si possono rilevare in modo affidabile quelle degli spermatozoi. “Il lavaggio dello sperma in una centrifuga è fondamentale per questa tecnica in quanto qualsiasi contaminazione dal plasma seminale può essere rilevata anche dal dispositivo della spettroscopia a risonanza magnetica”, spiega Sarah Calvert, che ha collaborato allo studio. “Con le tecniche che sono comunemente usate per la fiv siamo quindi riusciti a minimizzare questa contaminazione”.
Dalle analisi è emerso che un certo numero di molecole, come la colina, i lipidi e il lattato è risultato significativamente diverso tra i vari campioni di spermatozoi presi in esame. “Il fatto che possiamo individuare le differenze nella composizione molecolare tra i campioni di sperma buono e povero è molto importante perché ci offre l’opportunità di sviluppare un nuovo biomarker per migliorare le diagnosi”, conclude l’autore, Steven Reynolds.
Via: Wired.it