Niente a che fare con quel pasticciaccio d Tiangong-1. Questa volta l’Agenzia spaziale cinese ha tutto sotto controllo: il rientro di Tiangong-2, la seconda stazione spaziale della potenza asiatica, è confermato per oggi (19 luglio) “in un’area sicura del Pacifico meridionale”. La China national space administration (Cnsa) non ha indicato una finestra temporale precisa, ma assicura che la gran parte di Tiangong-2 brucerà precipitando in atmosfera.
Tiangong-2, il secondo Palazzo Celeste
Tiangong-2 è la seconda piccola stazione spaziale che la Cina ha messo in orbita nel settembre 2016, a proseguimento del piano iniziato da Tiangong-1 – la cui epopea finale è stata seguita da agenzie spaziali e media di tutto il mondo, dato che non si riusciva a prevedere quando e dove sarebbe precipitata dopo che i cinesi ne avevano perso da tempo il controllo.
Tiangong-2 è lunga circa 10 metri e larga circa 3, più o meno come un autobus, e pesa più o meno 8 tonnellate. Non può essere paragonata alla Stazione spaziale internazionale né come equipaggiamento né come dimensioni e spazio interno. Si trattava infatti di una missione a breve scadenza (due anni appena), per fare test e spianare la strada a Tiangong-3 (il cui lancio è previsto nel 2020) e infine al progetto definitivo. La missione di Tinagong-2, però, deve essere stata particolarmente fruttuosa visto che alla fine la stazione spaziale è rimasta in orbita per più di mille giorni. Oltre a esperimenti scientifici e test tecnici (per esempio invio e rifornimento di carburante), Tiangong-2 per ben un mese è stata anche la casa dei taikonauti, gli astronauti cinesi.
L’ultimo viaggio
Ora l’agenzia spaziale cinese ha deciso di porre fine sul serio alla missione e ha programmato il rientro controllato di Tiangong-2 per oggi, 19 luglio, indicando una ampia ma precisa (tra i 90 e i 160 gradi di longitudine Ovest e i 30 e i 45 gradi di latitudine Sud) area del Pacifico meridionale all’interno della quale potrebbero eventualmente cadere i frammenti incombusti.
“L’operazione di rientro durerà circa un’ora”, ha spiegato all’Ansa il fisico Luciano Anselmo, ricercatore di dinamica del volo spaziale dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione del CNR di Pisa. “L’agenzia spaziale cinese non ha fornito dettagli sull’orario, ma solo sul giorno e sull’area di rientro, una regione rettangolare del Pacifico meridionale, tra i 90 e i 160 di longitudine Ovest e i 30 e i 45 di latitudine Sud. Si tratta di una delle regioni più disabitate della Terra, che raccoglierà i frammenti in un’area di un migliaio di chilometri. A mio avviso per avere la migliore copertura della traiettoria all’interno dell’area di rientro scelta, l’orario migliore è tra le 17 e le 18 italiane. Ma i cinesi si riservano finestre utili anche nelle ore precedenti e successive”.