Nel lockdown da coronavirus, con i parrucchieri chiusi, molti si sono rassegnati alla antiestetica ricrescita dei capelli bianchi, consolandosi con l’idea che potesse esserci un risvolto positivo: l’uso frequente delle tinte può danneggiare i capelli. Finora. In futuro infatti il problema potrebbe essere superato grazie a una nuova tinta per capelli meno aggressiva sul capello di quelle attuali, che fa a meno dei metalli pesanti e come pigmento utilizza la melanina sintetica.
Melanina, il colore naturale dei capelli
La melanina è un pigmento naturale responsabile della miriade di colori, dal nero al marrone, dal rosso al biondo, dei nostri capelli e anche della pelle. Ne esistono in realtà diversi tipi, che mescolati insieme danno origine a diverse sfumature della chioma. La melanina, ricordano gli autori dello studio appena pubblicato sulla rivista Acs Central Science, si trova incastonata nella corteccia (la parte intermedia del capello, tra la cuticola esterna e il midollo), mescolata alla cheratina, la proteina più abbondante dei capelli. Tuttavia con l’avanzare degli anni (ma anche a causa di di fattori diversi, quali per esempio l’assunzione di farmaci e anche per lo stress, come suggeriscono aneddoti popolari ma anche ricerche sul campo) nei capelli questo pigmento man mano si riduce fino a scomparire del tutto, causando perciò l’imbiancamento. L’età media in cui compaiono i primi fili bianchi è in genere superati i trenta. E per quanto puramente estetico, è un problema molto sentito dagli esseri umani, considerato che già gli antichi egizi utilizzavano contro la canizia il pigmento della pianta henna, in francese henné, un colorante naturale tutt’ora in uso.
Cosa c’è nelle tinte per capelli
Oggi la maggior parte delle tinte permanenti contiene ammoniaca, perossido di idrogeno (acqua ossigenata), metalli pesanti, come rame e ferro, e altri ingredienti necessari a far penetrare il colore nella cuticola dei capelli. Si tratta evidentemente di un trattamento aggressivo che, alla lunga, finisce per danneggiare la struttura del capello. Inoltre, le sostanze contenute nelle tinte possono causare reazioni allergiche e alcune sono ritenute cancerogene con l’esposizione ad alte concentrazioni e per lunghi periodi di tempo, vale a dire, con l’uso professionale, da parte dei parrucchieri. Per questo, spiega l’Airc, anche se “non sembrano esserci ragioni per eliminare l’uso delle tinture a livello individuale”, “è bene seguire scrupolosamente le istruzioni sui tempi di posa ed eventualmente ridurre la frequenza di utilizzo”, in particolare dei prodotti liscianti.
Un altro approccio con la melanina sintetica
Nel tentativo di migliorare efficacia e sicurezza delle tinte per capelli alcuni studi hanno esplorato vie alterantive, cercando soluzioni anche nel campo delle nanotecnologie, ricordano i ricercatori. Così, c’è chi ha tentanto la via della sintesi di nanoparticelle d’oro, metodo che funziona sì, ma del tutto fuori dai tempi di una seduta dal parrucchiere o a casa che sia (16 giorni). C’è chi invece ha provato con il grafene, il materiale delle meraviglie, ma decisamente costoso e riservato solo a capigliature corvine (produce solo il nero infatti). Infine c’è chi ha tentato l’uso della melanina sintetica, ma con risultati finora poco convincenti. Il processo, infatti, ha richiesto comunque elevate concentrazioni di metalli pesanti e forti ossidanti.
Ma forse tutto quello che serviva era insistere per trovare la procedura giusta. Dopo vari tentativi con formulazioni diverse infatti, i ricercatori sono riusciti a far depositare la melanina sintetica sui capelli. Le prove, svolte su campioni biondi e castani, hanno dimostrato che basta un leggero calore e una piccola quantità di idrossido di ammonio al posto dei forti ossidanti utilizzati negli studi precedenti.
Inoltre, spiegano i ricercatori, si potrebbero ottenere tonalità più scure aumentando la concentrazione di idrossido di ammonio oppure tonalità rosse e dorate aggiungendo una piccola quantità di perossido di idrogeno. Nel complesso, è emerso che le preparazioni delle tinte erano più leggere di quelle già disponibili in commercio e i colori ottenuti, dall’aspetto del tutto naturale, si sono depositati solo sulla superficie dei capelli, invece che penetrare nella cuticola e provocare danni. “Le nostre tinte alla melanina sintetica”, concludono i ricercatori, “resistono per almeno 18 lavaggi”.
Riferimenti: Acs Central Science
Credits immagine nel testo: Adapted from ACS Central Science 2020, DOI: 10.1021/acscentsci.0c00068
Credits immagine di copertina: Alex Holyoake on Unsplash