Spesso indicato come il “popolo senza terra”, i nomadi Rom un tempo una terra l’avevano: era l’India settentrionale e nordoccidentale. È da quei luoghi che la diaspora dei Rom è cominciata, nel quinto secolo dopo Cristo, quando si sono spostati verso ovest, attraversando prima il Medio e il Vicino Oriente e poi l’area balcanica, dove dal 1100, si sono propagati in tutta Europa.
Dall’India all’Europa
A tracciare il cammino del popolo Rom non sono informazioni derivanti da fonti scritte – la tradizione letteraria di questo popolo è tutta orale e scarseggiano documenti sulla loro origine e su eventi del passato – ma uno studio del loro corredo genetico pubblicato su Current Biology. Un lavoro che dimostra come, a dispetto delle differenze che caratterizzano oggi quest’etnia, i Rom abbiano un passato in comune, caratterizzato prima dall’out of India e quindi dal loro mescolamento con le popolazioni non-Rom.
Con circa undici milioni di individui, la comunità Rom è la più grande minoranza etnica in Europa, per la quale già da tempo si ipotizzava un’origine indiana. Infatti il romani, la lingua, o meglio, l’insieme dei dialetti parlati dal popolo nomade, deriva in larga parte dal sanscrito, uno degli idiomi ufficiali dell’India. Lo studio pubblicato su Current Biology conferma le origini orientali del popolo, ma aggiunge anche nuovi dati a quanto saputo finora.
La storia nel Dna
Gli scienziati che hanno partecipato alla ricerca infatti volevano riuscire a ricostruire la storia demografica del popolo Rom a partire dalle informazioni custodite nel genoma degli individui che vi appartengono, a prescindere da tradizioni, usi e costumi e lingue parlate. Per farlo i ricercatori hanno esaminato il corredo genetico di alcuni individui appartenenti a tredici gruppi Rom disseminati nell’Europa centrale e in quella orientale, soprattutto nell’area dei Balcani.
Il team guidato da David Comas dell’Università Pompeu Fabra di Barcellona e Manfred Kayser dell’Università Erasmus di Rotterdam, ha quindi ricostruito una sorta di albero genealogico del popolo Rom, sfruttando la tecnica del genome wide (confrontando cioè il Dna degli individui esaminati per identificare le varianti genetiche associate a un determinato carattere).
Gli scienziati hanno così scoperto che dopo l’esodo dall’India – avvenuto circa 1500 anni fa – queste popolazioni hanno mantenuto sostanzialmente inalterate le loro peculiarità genetiche durante il rapido transito nel Medio Oriente. Arrivati nei Balcani poi si sono diffusi nei vari paesi europei, circa 900 anni fa. Da qui poi si sono mescolati in varia misura con popolazioni non-Rom.
Come afferma Kayser lo studio delle origini di un popolo attraverso il Dna ha implicazioni più vaste che la mera analisi genealogica: “La comprensione del patrimonio genetico dei Rom è necessaria per completare la caratterizzazione genetica degli europei nel loro complesso, con implicazioni in diversi settori, dall’evoluzione umana alle scienze della salute”.
Riferimenti: Current Biology doi.org/10.1016/j.cub.2012.10.039
Credits imagine: Andy F/Wikipedia